Rita Bonaccorso sul tentato suicidio: “Vogliono togliermi la casa, la mia vita distrutta”
S"Domenica Live", è intervenuta come ospite Rita Bonaccorso, la ex moglie dell'icona calcistica degli anni novanta Totò Schillaci. Al centro dell'intervista rilasciata a Barbara D'Urso, la clamorosa notizia di un presunto tentato suicidio. Era il 26 ottobre e un portale siciliano riportò la news, presto smentita dalla famiglia Schillaci ma successivamente confermata da un comunicato della Questura. La Bonaccorso è arrivata in studio a raccontare la sua verità. Insieme a lei, la figlia Jessica Schillaci.
Il dramma della Bonaccorso: "Io vittima di un errore giudiziario"
I giornali hanno riferito che la Bonaccorso sarebbe improvvisamente salita sul tetto della sua casa con in mano una tanica di benzina, apparentemente intenzionata a compiere un gesto disperato. Un terribile momento che Rita non smentisce, riferendo di non ricordare nulla di quanto capitato quel giorno. Al centro del dramma che la donna sta affrontando, un incredibile caso giudiziario in corso da anni:
Nel 1992 mi lascio con Totò e una mia amica gioielliera mi chiede di fare pubblicità per lei, per attirare calciatori come clienti. Quindi subisce una rapina e viene dichiarata fallita. Nel 1996 una sentenza del Tribunale di Torino dice che sono socia apparente e mi estende il fallimento. Io però non ero socia, le ho solo fatto un po' di pubblicità, ho partecipato a una fiera con lei, l'ho aiutata a scegliere dei gioielli. Io facevo la casalinga, tant'è che ho sempre percepito gli alimenti da Totò. Sono stata assolta, ma vogliono sequestrarmi comunque la casa. C'è stato un errore di giudizio, io vengo dichiarata fallita per la pubblicità sui giornali. E ora mi vogliono togliere la casa.
Alla base della querelle ci sarebbe dunque un errore giudiziario: non essendo socia, sostiene la Bonaccorso, non può essere dichiarata fallita e pertanto le autorità non avrebbero alcun diritto a privarla dei suoi beni. Rita racconta di essere sempre stata appoggiata economicamente dall'ex marito nelle spese legali ("Totò mi ha sempre aiutato con gli avvocati"), ma l'odissea è andata avanti fino allo sfinimento:
Devo dare 19mila euro. Vogliono togliermi la casa ma non riusciranno. 23 studi legali, 83 mila euro, più quelli che ha pagato Totò, io non ne posso più. Ho sempre chiesto spiegazioni e mi hanno risposto "La controparte è forte". Ma io chiedo: "Cosa c'è di più forte dell'innocenza e della giustizia?".
Ha aggiunto la figlia Jessica, senza contenere le lacrime:
Il titolare della ditta che ci chiede i soldi per giunta è morto. Mia madre è innocente, non può pagare per la sua genuinità. La prima casa non si tocca. Ho avevo 7 anni quando ho visto mia madre piangere per la prima volta. Ora ne ho 27. Sono vent'anni che questa storia va avanti.
Il racconto del tentato suicidio: "Non ricordo nulla di quel giorno"
La Bonaccorso ha quindi raccontato il giorno in cui ha tentato di togliersi la vita, in un momento di sconforto:
La vita è un dono importante e non metterei mai a repentaglio la mia vita e quella degli altri. Quel giorno ero disperata, mancavano due giorni all'arrivo dell'ufficiale giudiziario. Non ricordo nulla se non le inferriate tagliate e le forze dell'ordine che venivano verso di me.
La D'Urso ha inoltre mandato in onda un filmato girato proprio il giorno dell'arrivo dell'ufficiale giudiziario, in cui le telecamere di Domenica Live mostrano lo sfogo della Bonaccorso: "Vergognatevi, ve la prendete con una donna indifesa. Io non lascerò mai casa mia".
Il rischio di sfratto: "Non me ne andrò"
Ora, Rita è in attesa del giudizio della Cassazione, ma nel frattempo il pericolo di sfratto è vicinissimo:
Dopo la quarta visita dell'ufficiale giudiziario c'è lo sfratto. Mi hanno distrutto la vita. Io devo lasciare la casa il 21 gennaio. Ma non la lascerò mai, lo prometto.
Infine, il messaggio accorato di Jessica:
Mi appello ai giudici. Noi siamo una famiglia, non possiamo lasciare la nostra casa.