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Riotta non porta novità, “47-53 Parallelo Italia” è il flop estivo di Rai3

Il talk show dell’ex direttore del Tg1 vittima della calura estiva, delle polemiche per i fatti di Napoli ma anche di un programma dai ritmi compassati che poco di nuovo offre rispetto al talk tradizionale. Tra la prima puntata e le due successive il pubblico si è quasi dimezzato.
A cura di Andrea Parrella
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Non bastavano le frecciate di Marco Travaglio, direttore de Il Fatto Quotidiano, che ha definito il programma "una boiata", affetta da "l’ottimismo obbligatorio e la retorica delle buone notizie che sono noia allo stato puro"; o quelle di Vittorio Feltri, che ha ugualmente distrutto il talk di Rai Tre parlando di un programma che "sembra perfetto per impedire agli abbonati di capire di che cosa si tratti". Non era sufficiente la stucchevole storia del lancio di bottiglie di sul palco della trasmissione imbastita in piazza, a Napoli, mentre Malika Ayane si esibiva, a rendere tesa la tensione tra i corridoi Rai. Per Gianni Riotta ed il suo "47-53 Parallelo Italia" non c'è nemmeno il supporto degli ascolti, che effettivamente, dopo tre puntate del programma, offrono un quadro abbastanza chiaro della situazione, raccontando di una trasmissione che, dopo un inizio più che rispettabile in termini di risultati di share, ha subito un tonfo importante, riscontrabile dopo tre settimane e rispettive puntate del programma.

Il crollo d'ascolti dalla prima alla terza puntata

I dati parlano chiaro e sono inequivocabili, al netto delle interpretazioni: il talk show condotto da Gianni Riotta da luoghi sparsi sul territorio italiano ha avuto un dato d'ascolto più che promettente nella prima puntata, superando, seppur di poco, la quota minima del milione di telespettatori, precisamente  1.001.000, per uno share 5,28%. E' un dato che può essere confrontato coi risultati medi della stagione di "Ballarò", un programma di lunghissima tradizione, che durante la stagione televisiva invernale, con la nuova conduzione di Massimo Giannini, ha superato nettamente la cifra del milione a fasi alterne. In virtù di questo l'esordio in piena estate di "47-53 Parallelo Italia" farebbe addirittura credere che il risultato della prima puntata sia ben al di sopra delle aspettative, visto il calo fisiologico di telespettatori che si registra nella stagione estiva.

I dolori arrivano con la seconda puntata, quella in diretta da Napoli, peraltro la più criticata proprio per i fatti accaduti durante la trasmissione, con le proteste sotto il palco e il lancio di bottiglie. In quel caso non si può dire infatti che le polemiche abbiano giovato agli ascolti: il tonfo di Riotta è evidente, con la perdita di più di 300 mila telespettatori e quasi due punti percentuali, registrandone 678.000, per uno share 3.69%. E l'inerzia non è stata invertita nella terza puntata, in cui il calo, minimo, rende il risultato sostanzialmente stabile rispetto alla settimana precedente: 672.000 telespettatori, share 3,57%. Si può certamente pensare che le aspettative della rete fossero più vicine a questi risultati e non a quello della prima settimana, ma il calo non può che essere palese e quasi clamoroso.

"47-53 Parallelo Italia" è affetto da un morbo piuttosto riconoscibile nella tv moderna: l'assenza di novità. La sensazione di ritmi non proprio incalzanti, l'assenza sostanziale di uno stravolgimento autorale rispetto alla struttura standard del talk show politico (genere già ampiamente in crisi, vedi l'addio di Santoro a "Servizio Pubblico"), lasciavano poco spazio alla speranza di un successo clamoroso. Non si tratta tanto di contenuti e levatura della discussione nel programma, ma dell'interrogativo spontaneo che sorge in merito alla necessità di un ennesimo talk show schematico a popolare la stagione estiva, tradizionalmente legata alla sperimentazione di nuove idee. Ma lo sappiamo, le nuove idee in televisione, coi tempi che corrono, sembrano davvero una chimera.

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