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Rino Gaetano e la tv, a 30 anni dalla scomparsa del cantautore

Gaetano morì nell’81, in un tragico incidente sulla Nomentana: ecco il nostro tributo a Rino, la cui musica e arte vive ancora.
A cura di Marianna D Onghia
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Sono 30 anni che Rino Gaetano non c'è più, prematuramente scomparso all'età di 31 anni in un incidente stradale: uno scherzo del destino vuole che una sua canzone del '71, La ballata di Renzo, sembri delineare le dinamiche della sua morte. Scriveva canzoni da quando, con 3 amici, fondò il quartetto dei Krunx, una cover band di Beatles e Rolling Stones, un pò scampanata. Lo stile semplice e coinvolgente di Rino colpì Marcello Casco e il loro incontro segnò il primo passo per Gaetano, verso la carriera da cantautore: era il tempo del giovane Venditti, del rivoluzionario De Gregori e Morandi rappresentava il mito per tutti coloro che sognavano una vita per la musica.

Salvatore Gaetano, questo il vero nome del crotonese, a cavallo degli anni '70, acquisisce la giusta consapevolezza dei suoi mezzi e propone alle case discografiche di quegli anni, le sue canzoni: in una di queste conosce l'affabile De Andrè, un incontro che indirizza Rino verso un preciso tipo di cantautorato, quello ironico spensierato e impegnato allo stesso tempo, in un connubio che solo lui sapeva intrecciare. Il cantante nonsense, come lo definivano critici e personaggi dello spettacolo di quegli anni, nascondeva tra le righe la sua verità: la celebre Gianna, del '78, è una canzone dal ritmo coinvolgente, un motivetto memorizzabile e apparentemente senza un perchè, ma che racconta la storia di una donna combattuta tra le due facce della sua anima, tra le sue voglie e le sue volontà. Un brano da terzo posto, al Festival di Sanremo, che fece storcere il naso ai più: Rino Gaetano, giovane 28enne, era secondo ai Matia Bazar, con una canzoncina, verso cui il parziale apprezzamento vien fuori da questa apparizione Rai.

Con ironia e una risposta pronta, su quel sorriso sgangherato, Rino Gaetano mette a tacere qualsiasi provocatoria e insulsa critica o svalutazione: egli è convinto che le sue "canzoncine" faranno cantare e parlare le generazioni a venire. Sapranno far divertire, ma al momento giusto anche riflettere e il successo che tutt'ora riscuote la sua Gianna o Ma il cielo è sempre più blu, rivisitata da Giusy Ferreri recentemente, lo dimostrano: diversi i tributi a questa personalità stralunata, ma così normale, che tanto piaceva al pubblico di allora e che ancora oggi fa "levare il cappello"  ai giovani fans di Rino. Il copricapo a cilindro, che spesso lo accompagnava, è sostituito a 10 Hertz di Morandi, con uno alla messicana, un cappello magico: "questo cappello, appena lo metti, ti fa cantare in spagnolo" risponde Gaetano a Morandi, che gli ha chiesto come possa aver cantato in quella lingua. In Gianni, punto di riferimento per gli artisti del tempo, Gaetano non trova solo un cantante da stimare, ma anche un amico che comprende la sua ironia e permette a Rino di esser, semplicemente, quel che era.

"Non mi metteranno il bavaglio: i giovani sapranno cosa succedeva sulla spiaggia di Capocotta": in Nuntereggae più, del '78, brano che Gaetano avrebbe voluto proporre a Sanremo, il cantautore fa riferimento ad una misteriosa morte, quella di Wilma Montesi, bellissima donna romana, recatasi in spiaggia, forse per un semplice pediluvio. Il caso fu archiviato come suicidio o morte accidentale, ma poco dopo emerse la probabilità di coinvolgimenti politici in quello che potrebbe esser stato un omicidio. Un'ipotesi sollevata dalla stampa degli anni '50, a cui Rino dà adito, in particolare per i riferimenti politici: la sua Italia, con rappresentanti e organi di rappresentanza, era da cambiare, vien detto nella prima intervista che vi proponiamo e anche in una dell'80. In questa, Rino canta da Pippo Baudo "Io ci sto", volendo esprimere il suo consenso ad un cambiamento politico. La sua musica non era solo intrattenimento, ma espressione velata e composta: il primo video lo ritrae con il suo viso pensieroso e concentrato, nella versione di Imagine con Cocciante e Tommaso, un mese prima del tragico incidente. Grazie Rino, la tua arte ci è arrivata!

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