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“Realiti Sciò”, certe cose può farle solo Enrico Lucci

Con “Realiti Sciò” Enrico Lucci torna alla sua dimensione reale e dipinge pennellate di autentica poesia televisiva raccontando l’incontenibile malinconia che governa la vita dell’ottantasettenne Emilio Fede. Ci sono cose che non sono da tutti e ce ne sono altre, invece, che sono solo da Enrico Lucci.
A cura di Andrea Parrella
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Quando Emilio Fede tocca delicatamente il braccio di Enrico Lucci in macchina e lo ringrazia con un sussurro, non tanto per il servizio ma "per l'affetto, per l'amicizia", si fatica a trattenere un moto di commozione. "Perché la cosa più drammatica nella mia vita – continua – è stata non riuscire a trovare la voce, anche fisicamente, per spiegare ventiquattro anni non di bunga bunga, ma di lavoro e di Arcore".

Ci riesce sempre, Lucci, a tirare fuori dai personaggi più impensabili che popolano e hanno popolato il suo universo televisivo, quel barlume di tenerezza dall'effetto spiazzante. Questo è "Realiti Sciò" (Rai 2, 21.05), nuova avventura di Lucci che ritrova la sua dimensione reale a due anni dall'addio a Le Iene. Non che Nemo non gli appartenga e non sia un buon programma, ma la cifra stilistica di Lucci pervade in modo totale solo quando lo vedi frugare tra i medicinali nel mobiletto del bagno della persona che sta intervistando e leggere il bugiardino di un farmaco per la disfunzione erettile. Lucci è così, c'è poco da fare. I venti minuti dedicati a Fede sono accostabili solo al memorabile servizio in cui inscenò un finto funerale di Gianfranco Funari  . L'ex direttore del Tg4 viene immortalato in tutta la sua ottuagenaria malinconia, a cavallo di una cyclette sistemata sul balcone della casa di Milano 2 in cui vive, che affaccia a sua volta sul ‘famoso' palazzo delle olgettine; emozionato nel mostrare le cravatte di Marinella regalategli da Berlusconi, ancora intonse, mai spogliate della loro custodia in plastica; e ancora rifugiato dietro a un sorriso casto e timido quando Lucci gli chiede se alla sua età, 87 anni, abbia ancora rapporti sessuali e provi pulsioni.

Una inimitabile e immutata capacità di racconto, quella del giornalista romano, che gli ha storicamente permesso di smascherare con l'ironica dolcezza che gli è propria l'Italia drogata d'apparenza di fine secolo scorso e dell'inizio di quello che stiamo vivendo. Con "Realiti" Sciò Lucci torna a surfare su quel subumano, producendo come scia degli sprazzi di autentica poesia televisiva. E domani è la volta di Lele Mora.

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