Questo è il mio paese, anticipazioni terza puntata del 16 novembre

"Questo è il mio paese" è la nuova fiction di Rai1 che vede protagonista Violante Placido. La prima puntata ha ottenuto un ottimo riscontro. È stata seguita, infatti, da 4.783.000 spettatori, pari al 19.44% di share. Si è imposta, così, sulla diretta concorrente, rappresentata dalla serie televisiva di Canale 5, I misteri di Laura.

Lunedì 16 novembre andrà in onda la terza puntata. Tantissimi giovani di colore, giungeranno a Calura per occuparsi della raccolta delle arance. Il giovane Said, però, decide di lottare per ottenere delle migliori condizioni lavorative. Invita, perciò, i suoi colleghi a scioperare.

Anticipazioni "Questo è il mio paese": i Malorni vogliono uccidere Said

L'iniziativa di Said non fa piacere ai Malorni, famiglia malavitosa molto temuta nella zona. Non hanno alcuna intenzione di dare la possibilità ai raccoglitori di arance di manifestare, così uccidono a colpi di pistola, i due più cari amici di Said. Il brutale omicidio avviene poco distante dal figlio di Anna e dai suoi compagni di scuola. Said riesce a scampare all'agguato perché si è recato in ospedale ad assistere alla nascita di suo figlio Asad.

Mentre i cittadini di Calura chiedono al sindaco maggiore sicurezza, la famiglia Malorni medita come completare la sua vendetta. I malavitosi rapiscono Yaba, compagna di Said. Il giovane, allora, si reca disperato da Anna, affidandole il figlio appena nato, mentre lui prova a salvare la sua donna. Anna non ha il tempo necessario per decidere cosa fare, perché Said scappa via. I carabinieri iniziano a cercare Yaba, mentre il bimbo viene affidato ai servizi sociali. Said, però, è intenzionato a farsi giustizia da solo. Contatta Lucio Malorni e gli fa una proposta. Se libereranno la sua compagna, lui rinuncerà allo sciopero. Lucio finge di accettare ma in realtà incarica Cosimo di ucciderlo. Spetterà a lui decidere se liberarsi della pesante eredità del suo cognome e vivere una vita felice con Chiara o compiere il delitto e inginocchiarsi davanti al volere della famiglia.