Quarto grado torna su Yara Gambirasio: forse l’assassino è mancino
Anche se l’attenzione sulla morte e uccisione di Yara Gambirasio è passata in secondo piano sovrastata dall’interesse mediatico nei confronti di storie di cronaca nera che hanno offerto maggiori punti di interesse perché legati a tradimenti, amanti, storie familiari complicate e intricate e poi con personaggi che si sono prestati a prendere parte alla rappresentazione mediatica del lutto e del dolore, non significa che si è arrivati alla conclusione del caso che ha sconvolto la tranquilla cittadina di Brembate di Sopra in provincia di Bergamo.
Yara era solo una ragazzina di tredici anni quando è scomparsa il 26 novembre 2010 dopo essere uscita dalla palestra dove si allenava come ginnasta e da quel giorno si sono perse le sue tracce fino al ritrovamento del suo corpo in un campo a Chignolo d’Isola (Bergamo) circa tre mesi dopo. Le piste seguite sono state tante e tutte, finora, non hanno trovato riscontri ufficiali. E quindi si continuano le indagini e si continua a chiedersi, ma cosa è successo a Yara Gambirasio? Il 14 ottobre 2011 la trasmissione Quarto grado su Rete 4 ha cercato di fare un punto della situazione e capire a che punto sono le indagini.
L'autopsia su Yara rivela che è stata uccisa con un taglierino
Salvo Sottile, con la collaborazione di Sabrina Scampini, ha intervistato l’anatomopatologa forense Cristina Cattaneo che ha eseguito l’autopsia sul corpo della giovane Yara ed è arrivata alla conclusione che l’assassino della ragazzina ha colpito con la mano sinistra e quindi potrebbe essere mancino. Ovviamente questo è un breve sunto della relazione di circa quattrocento pagine consegnata alla procura di Bergamo. In più il medico legale ha rilasciato un altro indizio venuto fuori da queste indagini, cioè che Yara è stata uccisa con un'arma da taglio molto affilata, forse un taglierino da piastrellista.
In puntata si è parlato anche del caso di Sarah Scazzi, dopo il rigetto della richiesta di trasferimento del processo Scazzi da Taranto a Potenza da parte della prima sezione penale della Corte di Cassazione avanzata dai legali di Sabrina Misseri e del prosieguo dell’udienza preliminare per l’omicidio della quindicenne di Avetrana. E poi sono stati raccontati gli ultimi sviluppi della morte di Melania Rea: sono ormai passati sei mesi dalla morte della giovane donna e Salvatore Parolisi è ancora l’unico indagato ed è in carcere mentre sua figlia Vittoria compie il suo secondo compleanno.