Presa Diretta parla di sesso e la Rai lo posticipa, Iacona: “Non sono d’accordo”
Era palese un po' di imbarazzo negli occhi di Fabio Fazio, costretto ad "allungare il brodo" del suo Che Tempo che Fa domenicale, pur di arrivare alle ore 22. Ha chiesto a Max Gazzé di trattenersi più del dovuto, facendo così cominciare il monologo di Luciana Littizzetto non prima delle 21.40 passate, in modo da poter chiudere all'orario richiesto. E a illustrare le ragioni di questo tempo prolungato ci ha pensato lui stesso, spiegando al pubblico e a Lucianina, senza prendere posizioni, della decisione Rai di posticipare la messa in onda del reportage di Presa Diretta, il programma di inchieste di Riccardo Iacona che stasera si è concentrato su un racconto di Giulia Bosetti incentrato sul rapporto che gli adolescenti di oggi hanno con la sessualità di questi tempi, tra sexting, bullismo e anche cattiva informazione.
A ribadire il tutto ci ha pensato Iacona, perentorio, a inizio trasmissione. Il conduttore ha manifestato tutta la sua contrarietà nei confronti della scelta della Rai: "La Rai, per rispettare la fascia protetta, mi ha chiesto di posticipare un po' più avanti il bellissimo racconto di Giulia Bosetti. E' una decisione che non condivido perché a mio modestissimo parere questo è un reportage che andrebbe visto da tutti, genitori e figli insieme, talmente è pedagogico. E poi giudicherete voi quando lo manderemo in onda. Ma è una decisione che devo rispettare e so che avrete l'amore e la pazienza di aspettare una manciata di minuti prima di vedere questo bellissimo reportage. In via del tutto eccezionale cominciamo con la seconda pagina che non è meno importante perché riguarda la gestione dell'acqua".
Il reportage sul sesso di Presa Diretta
Il reportage di Presa Diretta consisteva in un'inchiesta che affrontava il tema della comunicazione e dell'educazione sessuale confrontando i vari approcci nei diversi paesi europei, per tentare di incrociare i dati ed evidenziare eventuali criticità, problematiche correlate al primo approccio alla sessualità di molti ragazzi italiani. Dall'inchiesta emerge come in paesi quali la Germania, ad esempio, l'educazione sessuale sia obbligatoria e in altri, come l'Olanda, Paese con la più bassa incidenza di gravidanze tra gli adolescenti d’Europa e l’età media più alta del primo rapporto sessuale, diciassette anni, l'educazione di questa materia inizi sin dai quattro anni.