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Povia, ‘Luca era gay’ e le polemiche per l’omofobia

Fa già discutere la presenza di Povia a “Ciao Darwin” in qualità di capitano della squadra “Family Day”. La sua carriera è costellata di esternazioni controverse sul tema dell’omosessualità, culminate con il contenuto della canzone “Luca era gay” con cui si classificò secondo a Sanremo 2009.
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A cura di Andrea Parrella
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La presenza di Povia a "Ciao Darwin" in rappresentanza della fazione del "Family Day" è un fatto televisivo che fa discutere da diverse settimane, ben prima che iniziasse l'ottava edizione del programma televisivo di Canale 5 condotto da Paolo Bonolis. Il cantautore avrà come "avversaria" in difesa della squadra "Gay Pride" Vladimir Luxuria, di cui parlò in un'intervista del 2014. Il nome di Povia è notoriamente di quelli in grado di sollevare polemiche e alimentare divisioni, viste le posizioni complottiste dell'artista, ma soprattutto quelle espressamente ostili alle unioni civili e omofobe.

Inevitabilmente il suo invito in trasmissione trova radici proprio nelle idee che il cantante non ha mai negato, costruendosi nel corso degli anni la reputazione di artista fuori dal coro, schierato esplicitamente a destra in fatto di posizioni politiche.

La prima volta che Povia ha pubblicamente detto la sua sulla questione famiglia tradizionale e diritti degli omosessuali era il 2007, il governo in carica era guidato da Romano Prodi e il grande tema delle unioni civili trovava sintesi nella sigla DICO. Concetto, quest'ultimo, contro il quale il cantante milanese disse la sua in occasione del Family Day, affermando che i DICO avrebbero privato le famiglie tradizionali di fondi a loro destinati, peggiorando dunque le condizioni economiche di parte della popolazione.

Il Sanremo delle polemiche con Luca era Gay

La polemica vera scoppiò due anni più tardi, in occasione della partecipazione di Povia al Festival di Sanremo con "Luca era gay". Il titolo offre già di per sé una sintesi del contenuto, che racconta la storia di un ragazzo che cambia il proprio orientamento sessuale. La canzone si classifica seconda e questa operazione, dopo aver raggiunto il successo nel 2005 con la canzone fuori concorso "I bambini fanno oooohh" e aver vinto il Festival nel 2006 con "Vorrei Avere il Becco", rappresenta per Povia un passaggio definitivo per il prosieguo della carriera. La partecipazione al Festival, il conduttore era ancora una volta Bonolis, è preceduta da un fiume di polemiche per la decisione di non rendere noto il testo della canzone.

Le presunte minacce di morte

Il testo non parla di una vera e propria guarigione dal punto di vista terapeutico, ma sottolinea un concetto di cui Povia parlerà anche successivamente, ovvero le esperienze e il contesto in cui si cresce, che a suo modo di vedere influenzano la scelta della propria sessualità. Questa tesi era stata già espressa scherzosamente dall'artista nel 2005, nel corso di un'intervista a Panorama, prima di essere rettificata dallo stesso Povia in un'ulteriore intervista rilasciata a GayTv. Nel frattempo, tuttavia, la questione aveva preso piede, circolando negli ambienti in cui si tutelavano i diritti LGBT. Povia confermerà la smentita anche nel 2009 a Porta a Porta, ma la sua partecipazione a Sanremo sarà segnata da controversie e accese contestazioni che porteranno, come raccontò Povia stesso, a ricevere diverse minacce di morte.

Il Povia complottista e sovranista

L'anno successivo partecipa ancora al Festival di Sanremo con il brano "La Verità", occupandosi anche stavolta di un tema sociale molto sensibile come quello dell'eutanasia, ma portando sul palco una posizione molto più sfumata, senza schierarsi contro o a favore. La sensazione è che negli anni successivi Povia abbia ulteriormente radicalizzato la propria opinione, condendo il suo approccio culturale di posizioni complottiste, euroscettiche e sovraniste che hanno certamente contribuito ad accostarlo ideologicamente ai movimenti politici di destra.

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