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Polemica contro ‘Un posto al sole’: “Siete vergognosi, difendete i migranti e fate propaganda al PD”

Critiche per la puntata di ‘Un posto al sole’ trasmessa martedì 19 giugno. Nell’episodio, dedicato alla ‘Giornata internazionale del rifugiato’, due personaggi hanno rimarcato la sofferenza di coloro che sono costretti a fuggire dal loro Paese. Alcuni spettatori hanno accusato la serie di fare propaganda politica a favore del PD. Il capo degli autori della soap Paolo Terracciano ha replicato su ‘La Stampa’.
A cura di Daniela Seclì
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La soap di Rai3 ‘Un posto al sole‘ si è ritrovata nel mezzo di un'inaspettata bufera social dopo una puntata dedicata alla ‘Giornata internazionale del rifugiato'. Nel corso dell'episodio trasmesso il 19 giugno 2018, due personaggi hanno invitato gli spettatori a riflettere sulla grande sofferenza di chi è costretto a lasciare il proprio Paese. I fan della soap si sono divisi. Accanto a chi ha apprezzato il tentativo di sensibilizzare gli italiani, c'è stato chi al contrario ha ritenuto che la serie stesse facendo propaganda politica.

La polemica nata dalla puntata del 19 giugno 2018

La polemica è scaturita dalla puntata trasmessa martedì 19 giugno. Nell'episodio, i personaggi di Michele Saviani e Vittorio Del Bue dedicavano il loro programma radiofonico alla ‘Giornata internazionale del rifugiato'. I due tentavano di far riflettere i radioascoltatori sui dolorosi ostacoli con i quali i rifugiati sono costretti a fare i conti:

"Oltre 65 milioni di persone sono state costrette a lasciare casa, famiglia, la loro vita. Tra questi 11 milioni di rifugiati sono bambini esposti al rischio di violenze di qualsiasi tipo. Immaginate che ogni minuto, cinque famiglie del vostro palazzo siano costrette a lasciare la propria casa, la propria via, il proprio quartiere per una guerra o una persecuzione. Date un volto a questi numeri. E ricordatevi, aiutare chi è più in difficoltà di voi, può solo fare di voi una persona migliore".

Le critiche sui social

Subito dopo la messa in onda della puntata, alcuni telespettatori si sono riversati sulla pagina Facebook ufficiale della serie di Rai3 per accusare la produzione di fare propaganda al PD. Ecco alcune delle critiche pubblicate dagli utenti: "Siete una lagna voi e questi rifugiati. A prescindere dal proprio partito politico, ma questa pare una propaganda gratuita pro PD. […] Anche io la ritengo una puntata vergognosa e di propaganda. Aprite gli occhi. Ben vengano i messaggi positivi, ma che siano completi e non di propaganda. […] Questo programma è diventato una cosa indegna e lo dico col cuore sanguinante. Non si può più guardare, orari improponibili argomenti assurdi mi sembra di vedere la campagna elettorale del PD. Datevi una regolata".

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La replica di Paolo Terracciano

Intervistato da ‘La Stampa', il capo degli autori di ‘Un posto al sole' Paolo Terracciano ha replicato alle polemiche. Ha chiarito che l'episodio è stato scritto diversi mesi fa e pensato per andare in onda nella ‘Giornata internazionale del rifugiato'. Nel momento in cui è stato creato, la situazione politica italiana non era quella attuale:

"Noi scriviamo le storie con mesi di anticipo. Questa puntata è stata pensata per andare in onda durante la ‘Giornata internazionale del rifugiato'. Rispetto a quello che sta succedendo nelle ultime settimane in Italia è ovviamente una coincidenza. Sono storie pensate a febbraio. Noi non scendiamo mai in campo per essere divisivi, al contrario. Qualsiasi tematica trattiamo lo facciamo sempre con equilibrio, cercando di offrire a casa degli spunti di riflessione".

Infine, ha spiegato che l'obiettivo principale resta quello di raccontare delle storie, tuttavia sin dalla prima edizione la soap ha trattato tematiche sociali e continuerà a farlo. L'intento non è quello di provocare gli spettatori ma di fornire degli spunti di riflessione: "Probabilmente se questa storia fosse andata in onda sei mesi fa, o tra qualche mese, nessuno avrebbe avuto queste reazioni così sospettose. Credo che ci sia un’ipersensibilità in questo momento, in questi mesi, a certe tematiche e quindi, tutto, magari, può sembrare strumentale per tirare da una parte o dall’altra".

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