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Polemiche per l’intervista a Pietro Maso, Costanzo: “Va conosciuto e capito senza preconcetti”

Pietro Maso è il primo ospite della terza edizione de ‘L’intervista’ di Maurizio Costanzo. Nel 1991, all’età di 20 anni, uccise il padre Antonio Maso e la madre Maria Rosa Tessari per ottenere l’eredità. La decisione di dargli spazio in tv ha causato grande dibattito e accese polemiche. Maurizio Costanzo ha replicato nella trasmissione radiofonica ‘Un giorno da pecora’.
A cura di Daniela Seclì
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Giovedì 5 ottobre in seconda serata su Canale 5 andrà in onda la prima puntata della terza edizione de ‘L'intervista‘. Maurizio Costanzo ha deciso di iniziare questo nuovo ciclo con un personaggio decisamente controverso. Ad aprire questa edizione sarà Pietro Maso, l'uomo che nel 1991 fu il protagonista di uno dei più clamorosi casi di cronaca familiare. A soli vent'anni, infatti, massacrò i genitori per poter ottenere l'eredità. Il fatto che Costanzo abbia deciso di concedere spazio a Maso ha suscitato grande dibattito e accese polemiche.

L'avvocato delle sorelle di Maso contro Costanzo

Come riporta il Corriere del Veneto – oltre ai commenti furiosi che gli spettatori hanno pubblicato sul web – a dimostrarsi contrariato dall'intervista di Costanzo è stato anche Agostino Rigoli, avvocato delle sorelle di Maso. Ha definito la trasmissione televisiva "una miseria" e ha aggiunto "non sanno più cosa fare per strappare mezzo punto di share".

Maurizio Costanzo ha rilasciato un'intervista al programma di Rai Radio1 Un Giorno da Pecora, condotto da Giorgio Lauro e Geppi Cucciari, nel quale ha replicato a Rigoli: "Gli avvocati parlano di miseria sperando di guadagnare di più”. Quindi ha commentato la polemica che si è abbattuta su di lui:

“Io parto da un principio: le persone vanno conosciute. Lui ha fatto 22 anni di carcere e poi è uscito per volere del magistrato. Non solo: dopo che l'ho intervistato, sarebbe partito per la Spagna, avendo il passaporto che gli hanno dato le autorità. Come è stata l'intervista? Secondo me molto vera. Consiglio alle persone prive di preconcetti di guardarla per capire una persona che ha il suo passato. Mi definiscono ‘Sciacallo'? Ma li faccia parlare, devono dare un senso alla vita. In questo i social aiutano molto…”.

Pietro Maso massacrò i genitori per ottenere l'eredità

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È l'autunno del 1990 quando Pietro Maso tenta per la prima volta di sterminare la famiglia. Lo fa provando a causare un'esplosione con delle bombole di gas. Il suo piano, però, fallisce. Sei mesi più tardi ci riprova. La madre Maria Rosa è preoccupata perché trova diverse banconote nella tasca dei pantaloni del figlio. Da tempo il giovane ha perso il lavoro e dunque quei soldi non possono essere suoi. Pietro sostiene che glieli abbia dati il suo ultimo datore di lavoro e si offre di accompagnarla da lui per chiedergli conferma. La donna accetta. In auto con loro c'è Giorgio Carbognin, amico di Maso, armato di un batticarne da scagliare sulla testa della signora Rosa. Carbognin, però, non ha il coraggio di portare a termine il suo piano. Così, Pietro inventa una scusa e riporta la madre a casa. Un terzo tentativo prevedeva di assassinare i genitori di Maso in garage, ma anche stavolta Carbognin si tira indietro.

La situazione precipita quando Carbognin chiede un prestito in banca ma – dopo aver sperperato il denaro all'insaputa dei genitori – non è più in grado di restituirlo. Maso falsifica la firma della madre e dà a Giorgio un assegno da 25 milioni. I due giovani sono decisi a uccidere la donna prima che se ne accorga. Nella notte fra il 17 e il 18 aprile 1991, Maso, Carbognin e gli amici Paolo Cavazza e Damiano Burato attendono appostati il rientro di Antonio e Maria Rosa. Alle 23:10, i genitori di Pietro tornano a casa e vengono massacrati. Poco più di cinquanta minuti dopo sono entrambi morti.

Solo per un attimo le indagini si concentrano sull'omicidio a scopo di rapina. Ben presto, però, agli inquirenti appare chiaro che l'assassino che stanno cercando è proprio il figlio ventenne delle due vittime. Anche Nadia e Laura, sorelle di Pietro, seppure incredule sospettano di lui. Una volta arrestato insieme ai suoi complici, Maso continua a chiedere che gli venga data la sua parte di eredità. Verrà condannato a 30 anni e 2 mesi di reclusione. Grazie all'indulto, la fine della sua pena viene fissata al 2015. Il 15 aprile 2013 è tornato in libertà.

L'intervista, Maso piange per la ex moglie Stefania Occhipinti

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Pietro Maso ha commentato l'intervista rilasciata a Maurizio Costanzo in un breve video pubblicato da WittyTV: "Sono Pietro Maso, ho scelto di parlare dopo ventisei anni. Racconterò tutta la mia vita fino a oggi, con tutte le maschere e le corazze che ho portato per vivere. Non so cosa avverrà, però di sicuro avrete davanti una persona autentica che si lascia trasportare e vive il momento. Per affrontare un'intervista così ci vuole molta forza e molto coraggio. Penso che i miei genitori mi accompagneranno a essere la persona di oggi. Una persona nuova. Sarò me stesso per la prima volta, davanti a me e davanti al pubblico. Non ci sarà Maso ma semplicemente Pietro". L'uomo, davanti a Maurizio Costanzo, è apparso sempre molto controllato mentre parlava dei genitori e del delitto. Ha pianto solo quando ha visto un video che riassumeva la sua relazione con la ex moglie Stefania Occhipinti. La donna è rimasta al suo fianco per otto anni, poi i due hanno divorziato presumibilmente per via dei problemi di tossicodipendenza di Maso.

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