Perché si chiamava Raffaella Carrà, il significato del nome d’arte
Raffaella Maria Roberta Pelloni. Sarebbe stata comunque la regina della televisione se Raffaella Carrà avesse mantenuto il suo nome di battesimo per la carriera di artista? Con i se e i ma non si fa la storia, ma una cosa è certa: a contribuire alla fama di questa icona immensa, morta il 5 luglio 2021 in seguito a una lunga malattia, è stato anche un nome d'arte riuscitissimo. Ma perché Carrà? Da dove viene questo pseudonimo così distante dal vero cognome della Raffa nazionale?
Raffaella Maria Roberta Pelloni prima di diventare Raffaella Carrà
L'aneddoto risale alla prima metà degli anni Sessanta, quando la carriera della giovanissima Raffaella Maria Roberta Pelloni era già iniziata da qualche anno. Nel 1960 Carrà conseguì il diploma al Centro sperimentale di cinematografia, prendendo parte in quello stesso anno ai film La lunga notte del '43 di Florestano Vancini e Il peccato degli anni verdi di Leopoldo Trieste. Nello stesso periodo iniziavano le prime esperienze teatrali e, sporadiche apparizioni in radio e Tv, con una carriera che, tuttavia, faticava ancora a decollare.
Il significato del nome d'arte
Non c'è un anno preciso in cui si registra l'attribuzione dello pseudonimo, ma la paternità spetta al regista Dante Guardamagna, che diede sfogo alla sua passione per la pittura associando il vero nome di Raffaella, legato all'artista urbinate di fine ‘400 Raffaello Sanzio, al cognome del pittore Carlo Carrà. Un cambio di passo che non comportò, nell'immediato, una maggiore risonanza, ma che con il tempo ha pagato. Il vero successo di Raffaella Carrà arrivò quando decise di lasciare il cinema per darsi completamente alla televisione, sfoggiando il suo vero talento.
Carramba, un cognome diventato una nuova parola
Lo pseudonimo della conduttrice con gli anni ha fatto il giro del mondo. Un nome facile da comprendere indipendentemente dalla lingua parlata, adattabile a giochi di parole e neologismi. Ad esempio il programma più celebre della seconda parte di carriera di Raffaella Carrà, "Carramba che sorpresa", il cui titolo è frutto di un altro aneddoto interessante. L'idea venne a Sergio Japino (compagno della Carrà al tempo e regista del programma) e Brando Giordani (all'anagrafe Ildebrando, giornalista e regista televisivo).
I due si trovavano nello specchio d'acqua di Cala Piccola, di fronte alla residenza estiva di Raffaella Carrà a Monte Argentario, e lì ebbero l'ispirazione per fondere il cognome della showgirl bolognese, Carrà, all'esclamazione spagnola ¡Ay, caramba!, spesso usata in situazioni di positivo stupore e di meraviglia che si sposavano perfettamente al senso del programma. Tale fu il successo del programma, da spingere la parola Carramba ad entrare nel vocabolario corrente degli italiani, proprio con il significato di sorpresa improvvisa, utilizzato senza dubbio in contesti ironici e ridanciani. Qualcuno tra voi, nato prima degli anni Novanta, può asserire di non aver mai esclamato "Carramba" davanti a qualcosa di inaspettato?