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Per vent’anni non abbiamo fatto altro che cambiare canale

Abbiamo assistito alla decadenza in tv, attesa o scongiurata per vent’anni, così come abbiamo preso visione degli ultimi vent’anni: passivi, su un divano. Una volta consumatosi il fatto, abbiamo semplicemente cambiato canale.
A cura di Andrea Parrella
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Abbiamo assistito alla fine di Berlusconi come alla sua persistenza: su un divano, addosso la coperta del primo freddo. Ci siamo affidati a lui o scagliati contro di lui come abbiamo sempre fatto nei confronti dei format confezionati dalle sue reti, a priori, in un senso o nell'altro. Si è unto preventivamente per scivolarci addosso, che fossimo stesi di pancia o di schiena, e noi non abbiamo opposto resistenza. Pure all'annuncio della decadenza abbiamo assistito con la stessa, passiva, indolenza che per un ventennio (ormai celebre quanto il suo fratello maggiore) abbiamo applicato nei suoi confronti e dei prodotti televisivi che ci ha propinato. Come per vent'anni Berlusconi e la sua estensione catodica , oltre a farci credere che gli anni '80 potessero durare più di una decade, ci hanno semplicemente tenuto compagnia. Ne hanno fatta alla casalinga che stirava, all'anziana donna che attendeva il tempo passasse, a chi di sera cerava un pretesto serale per addormentarsi. Ed abbiamo accettato Berlusconi e la sua televisione in modo parallelo, dando più peso al fatto che dovessero finire o continuare, piuttosto che a pensare a come ci stessero facendo compagnia.

Guardando il consuntivo di questi anni ci si chiede come sia possibile che tutto sia passato così, impunito. Ma per capire della nostra indifferenza basterà fare un rapido collegamento con quello che abbiamo lasciato passare in tv senza il minimo accenno di protesta alcuna, anzi facendo gli onori di casa. Chi stava seduto sui divani, ieri, ha atteso la sentenza del Senato con la stessa ansia con cui ha invocato la ruota finale di Passaparola per anni, dimenticandosela dieci minuti dopo.

La decadenza è arrivata e probabilmente ci si è anche prodigati in gesti di gioia ed esultanza, o di depressione acuta, è stato invocato il 27 novembre come giorno di Liberazione in sostituzione del 25 aprile, oppure il lutto nazionale. Quel che sia, dopo alcuni minuti ci siamo seduti nuovamente sul divano, ci siamo rimessi al caldo ed abbiamo cambiato canale, perché L'Eredità è una roba troppo succulenta e la Ghigliottina è imperdibile. Non abbiamo fatto altro che questo per vent'anni, cambiare canale o abbassare il volume. Un male inestirpabile, che non ci togliamo più di dosso e che forse abbiamo sempre avuto: Berlusconi non ha fatto altro che cavalcarlo.

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