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Paolo Villaggio offende la Sardegna e la rete insorge [VIDEO]

Il comico avrebbe imputato la bassa natalità dei sardi alle strane abitudini dei pastori della regione, ovviamente in maniera scherzosa: indignazione e accuse dalle rappresentanze politiche della regione e dagli internauti sardi.
A cura di Marianna D Onghia
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il comico offende i sardi nella trasmissione Brontolo

Forse Paolo Villaggio si pentirà della sua trovata comica, leggendo le polemiche che ha suscitato: ospite a Brontolo, programma tv mattutino di Rai3, condotta da Oliviero Beha, l'attore è intervenuto nello spazio dedicato all'analisi dei dati della natalità in Italia. Un grafico mostrava un basso dato di nascituri in Sardegna e dopo pochi minuti dalla proiezione, Villaggio ha commentato il grafico con una battuta premeditata, accompagnata dalla facce scandalizzate di conduttore e ospite in collegamento, mentre l'onorevole Mussolini rideva in studio.

Riprendendo una vecchia diceria popolare, il personaggio Fantozziano ha collegato la bassa natalità sarda all‘improbabile propensione dei numerosi pastori dell'isola a copulare con le loro pecore: una battuta che non è piaciuta ai sardi e ai loro rappresentanti politici, soprattutto appartenenti al FLI. Simone Spiga, coordinatore regionale dell'associazione Arcipelago nazionale aderente a Fli ha affermato:

Affermazioni di questo tipo sono abominevoli e dimostrano la volgarità di questa pseudo televisione pubblica, ormai decaduta nel più becero qualunquismo. Fatto grave è il silenzio dell'intera redazione della trasmissione, del presentatore Oliviero Beha e degli ospiti in studio, tra cui l'on. Alessandra Mussolini che ha accompagnato questa delirante affermazione con un vergognoso sorrisino. Chiediamo le immediate dimissioni dei vertici della Rai e le scuse nei confronti del popolo sardo, inoltre ci aspettiamo una presa di posizione netta da parte dell'assessore regionale al Turismo per denunciare tali inaccettabili e deliranti affermazioni.

Irrita quindi non solo la battuta infelice del comico Paolo Villaggio, ma anche il comportamento laissez faire della Rai, in particolare dei suoi conduttori e ospiti davanti al commento dell'attore, giudicato offensivo da alcuni. Anche la rete ha preso posizione sulla faccenda, prendendosela con la Rai e con le sue scelte sugli ospiti e sperando che questo episodio non resti impunito: un esempio è il commento di una nostra lettrice, le cui parole esprimono indignazione per l'accaduto.

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Non poteva mancare un commento delle autorevoli rappresentanze sarde e a lasciarlo alla stampa è stato il governatore della regione, Ugo Cappellacci, che non le ha mandate a dire a Paolo Villaggio e alla sua professionalità.

Il servizio pubblico, pagato dai cittadini, non può essere ridotto a veicolo di stupidità, volgarità e ignoranza. Non preoccupano tanto gli sproloqui e le lacune culturali di chi evidentemente ha esaurito il proprio repertorio, quanto il fatto che questi possano trovare spazio in una trasmissione della televisione di Stato. Se il livello culturale offerto da certe trasmissioni scende così in basso, lo Stato farebbe bene a considerarle tra le voci soggette a tagli e riduzioni per risanare le finanze pubbliche.

Punti comuni tra i commenti sono l'indignazione verso il commento del comico e le non-reazioni dei presenti e l'accusa alla Rai, colpevole di continuare ad invitare personaggi nelle sue trasmissioni che si rendono protagonisti maggiormente di episodi negativi che di momenti di alta televisione. Paolo Villaggio, da comico qual è, voleva sicuramente commentare la notizia dal suo punto di vista professionale, senza particolari intenti offensivi come ci porta a pensare l'episodio, visto che non ci sono precedenti: è comprensibile l'ira dei sardi di fronte alla riproposizione di vecchie dicerie popolari non idilliche sul loro conto, ma speriamo che le scuse di Paolo Villaggio, sentite e una maggiore attenzione ai soggetti della propria comicità, ridimensionino il tutto a quel che è, cioè una battuta, sbagliata!

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