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Paolo Sorrentino: “Con ‘Youth – La giovinezza’ ho risolto la paura della vecchiaia”

Paolo Sorrentino e Michael Caine, regista e attore di “Youth – La giovinezza” – sono stati gli ospiti domenicali di “Che tempo che fa”.
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Mercoledì sarà proiettato a Cannes "Youth – La Giovinezza" il nuovo film di Paolo Sorrentino, premio Oscar con "La grande bellezza". Il regista napoletano e uno dei protagonisti, Michael Caine, sono stati due degli ospiti della puntata domenicale di "Che tempo che fa", intervistati da Fabio Fazio. Un film sulla vecchiaia, sulla memoria e sull'amicizia in cui due amici (oltre a Caine, Harvey Keitel) si concedono una vacanza in un elegante albergo sulle Alpi per guardare a quella che è stata la loro giovinezza.

Un film – che fa parte del trittico di opere italiane che sono proiettate al Festival francese (gli altri sono "Il Racconto dei Racconti" di Matteo Garrone e "Mia madre" di Nanni Moretti) – che lo stesso Sorrentino ha definito "riposante, calmo e molto bello" che è stato scritto in inglese perché "si parla di un compositore di musica classica chiamato a ricevere un'onoreficenza dalla Regina Elisabetta e di un regista hollywoodiano di grande mestiere, quindi è normale che fosse in inglese". Ma proprio l'inglese pare essere un tallone d'Achille del regista il quale, però, ci scherza su:

Una volta ho provato a litigare con Harvey Keitel, ma non ce l'ho fatta perché lui non capiva che volevo litigare.

Il regista, tra spezzoni del film, ha raccontato la trama e il concetto di memoria che il film tratta e ha spiegato il perché della scelta di fare un film sulla vecchiaia, nonostante la sua giovane età:

Ogni film serve a esorcizzare un problema e uno di questi era che trascorrevo molto tempo a contare quanti anni mi separavano dalla fine. Una patologia vera e propria che ho risolto dopo aver fatto il film.

Oltre a Sorrentino, quindi, era ospite proprio l'attore inglese Michael Caine che ha fatto sorridere il pubblico col classico humor inglese, inchiodandolo con una serie di storie della sua vita che avevo come protagonisti artisti del calibro di Frank Sinatra (entusiasta del suo accento londinese) e John Wayne (che gli consigliò di non vestire scarpe di camoscio perché rischiava, trovandosi in bagno con qualcuno, di sporcarsele). Per quanto riguarda il film, Caine ha spiegato di essere stato subito entusiasta della sceneggiatura, nonostante ormai non sia uno che abbia più tanta voglia di svegliarsi all'alba per girare:

Sono rimasto sorpreso quando il mio agente mi ha detto che Paolo mi voleva: ‘Perché me?'. Mi sono subito detto: ‘Che meraviglia!', per un film di questo genere vale la pena alzarsi alle 7 del mattino. Poi l'ho rivisto e mi è piaciuto molto.

Poi Caine ha spiegato una delle cose che lo rende affine ai napoletani (l'attore, infatti, girò anche un film con Vittorio De Sica)

I napoletani e gli inglese hanno entrambi sense of humor. Vittorio De Sica, ad esempio, era divertentissimo e non si prendeva sul serio… anche se era serissimo.

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