Paola Ferrari torna in tv: “90º minuto è la mia rivincita, ci ero rimasta male dopo l’addio”
Paola Ferrari è pronta a tornare in tv. Dopo aver affrontato a testa alta anche la dura sfida rappresentata da un carcinoma sul viso, da domenica 13 settembre, sarà alla conduzione di 90º minuto insieme a Marco Mazzocchi. Per lei, questo ritorno ha il sapore di una rivincita. Intervistata dal Corriere della Sera ha spiegato:
"Ci ero rimasta abbastanza male per quello che era successo, questa opportunità è una grande soddisfazione e una piccola rivincita personale. Senza passare per immodesta, la rivincita più grande però me l’aveva data la gente: non ho mai avuto tante testimonianze d’affetto come in questi mesi, ho quasi vinto stando ferma".
La domenica televisiva è quasi interamente in mano alle donne:
"Siamo tutte donne, la domenica è in mano a noi, con Barbara D’Urso, Paola Perego e Ilaria D’Amico, è la rivincita delle 50enni (la D’Amico, ne ha 41 di anni, "Intendevo dire che non è una ragazzina", Ndr). […] Paola è una donna riservata, ma anche molto fiera. Non parla a vanvera, è schietta e diretta. Nella conduzione non ha niente di superfluo. Barbara è una forza della natura e ha la capacità che pochi hanno di interpretare i desideri televisivi delle persone: non le importa se una cosa può essere trash o meno. Ilaria è un po’ più fredda, è molto professionale, molto determinata sul lavoro e molto concentrata su se stessa, ma lo dico in senso positivo".
Del programma che si appresta a condurre, infine, ha detto:
"Non sarà solo un notiziario sportivo con la sua autorevolezza, ma un vero programma, una Domenica In del calcio, con le interviste, le immagini dei gol, la parte dedicata ai social (…) Vorrei riuscire a prendere un po’ di pubblico femminile alle due regine della domenica pomeriggio, Paola e Barbara. Io sono per una trasmissione che non perda la sua credibilità, ma riesca ad aprirsi anche a punti di vista diversi da quelli strettamente tecnici; un programma che tocchi varie corde, dalla passione alla discussione, dalla polemica al sorriso. Il campionato rappresenta il Paese, è un libro di vita, non è solo il pallone, in ogni pagina c’è un sentimento diverso, la responsabilità di un conduttore è saperlo leggere e decifrare per il pubblico con i toni giusti".