Omicidio Marco Vannini, la lotta di Marina Conte in tv: “C’è una guerra in atto e non mi fermerò”
Martedì 29 gennaio, i giudici della Corte d'Assise d'Appello hanno pronunciato la sentenza per il caso di Marco Vannini, il ventenne morto il 18 maggio 2015 in casa della fidanzata a Ladispoli. Il giovane è deceduto a seguito di un colpo di pistola sparato da Antonio Ciontoli alla presenza dell'intera famiglia (i figli Martina e Federico Ciontoli, la moglie Maria Pezzillo e la fidanzata del figlio Viola Giorgini). Ormai note le telefonate al 118 nel corso delle quali la famiglia sembra ritardare l'intervento dei soccorsi parlando di un malore causato da uno scherzo e poi di una ferita da pettine appuntito. Il colpo sarebbe stato sparato intorno alle 23:20. Alle 03:10, dopo una straziante agonia, Marco Vannini è morto. La sentenza ha stabilito una condanna a 5 anni per Antonio Ciontoli, accusato di omicidio colposo. Maria Pezzillo, Martina e Federico Ciontoli sono stati condannati a 3 anni. Assolta Viola Giorgini.
I Vannini in tv perché i riflettori non si spengano
La famiglia Vannini ha reputato la sentenza "vergognosa" e inadeguata a rendere giustizia a un giovane che aveva solo vent'anni e che è stato lasciato morire tra atroci sofferenze. I parenti di Marco (in prima fila la madre Marina Conte) non hanno intenzione di arrendersi. In queste ore stanno portando la loro protesta in tv, perché non si spengano i riflettori sul caso. Nella giornata di mercoledì 30 gennaio, sono stati ospiti a ‘Mattino Cinque‘. Alle 11:30 si è parlato del caso nella fascia quotidiana di ‘Chi l'ha visto?‘. Alle 17:30 interverranno a ‘La vita in diretta‘. Mentre alle 21:30 saranno ospiti del programma condotto da Federica Sciarelli.
Marina Conte a Mattino Cinque
La madre di Marco Vannini, Marina Conte, è intervenuta nel corso della puntata di ‘Mattino Cinque' trasmessa mercoledì 30 gennaio. Parole pesanti come macigni quelle della donna, che continua a lottare come una leonessa perché il figlio abbia giustizia: "Io come mamma sto provando di nuovo un dolore fortissimo perché non mi identifico come cittadina italiana. La sentenza è una cosa vergognosa. Alla fine sono dovuta uscire dall'aula con i carabinieri perché il presidente mi ha detto che mi avrebbe anche denunciato. Una sentenza emessa non in mio nome e non in nome del popolo italiano. C'è una guerra adesso in atto, io non mi fermerò. Ciontoli forse non si farà neanche un anno di galera, questa cosa mi fa pensare che non c'è più giustizia. Lo Stato porta a farsi giustizia da soli. È quello che penso".
La protesta della giornalista di ‘Chi l'ha visto?'
La puntata di ‘Chi l'ha visto? 11:30′ ha dato spazio all'indignazione del sindaco di Cerveteri Alessio Pascucci. La stessa conduttrice, la giornalista Lidia Galeazzo, ha voluto dire la sua in proposito. Seppure precisando che le sentenze vadano sempre rispettate, ha ammesso di trovare davvero difficile farlo:
"So che gli autori si dissoceranno, ma sento di dover dire una cosa. Il buon giornalismo distacca sempre le opinioni dai fatti e di certo non cambieremo oggi. Continueremo a lavorare come sempre però se i fatti sono quelli di un ragazzo di vent'anni morto con un colpo di pistola sparato da Antonio Ciontoli, che ha urlato e chiesto aiuto per tre ore in agonia e quel soccorso è arrivato forse troppo tardi. Se i Ciontoli fossero intervenuti forse questo ragazzo si sarebbe salvato. Così diventa davvero difficile accettare che la vita di questo ragazzo di vent'anni valga cinque anni di carcere. Le sentenze vanno rispettate, ma se è difficile per noi immaginate per la mamma di Marco".