Omicidio Emanuele Morganti, una testimone: “Su di lui 20 persone, i colpi mortali da Castagnacci e Palmisani”
La puntata di ‘Chi l'ha visto?' trasmessa mercoledì 29 marzo, ha concesso ampio spazio al caso di Emanuele Morganti. Il ventenne è stato ucciso venerdì scorso ad Alatri, picchiato a sangue all'uscita di una discoteca, il Miro Music Club in piazza Regina Margherita.
Il programma di Rai3 ha ricostruito quanto accaduto quella sera al giovane. Attualmente sono stati fermati Mario Castagnacci e Paolo Palmisani. Federica Sciarelli ha dato spazio alla testimonianza di una giovane che quella sera si trovava nella stessa discoteca. È uscita per fumare una sigaretta e, secondo quanto sostiene, avrebbe assistito alla scena. Ecco quanto ha dichiarato:
"Contro Emanuele c'erano troppe persone, 20 a occhio e croce sicuri. Sicuri. Gli ultimi colpi sono stati dati dalle persone che adesso sono state arrestate. Io sono sicura che oltre a loro due, ci fosse anche qualcun altro".
Il giornalista Giuseppe Pizzo, poi, le ha domandato quale potesse essere il motivo di un'aggressione tanto brutale. La testimone ha replicato:
"Secondo me c'era qualcosa sotto, qualcosa del passato. Io penso che tra Emanuele e i due arrestati ci fosse stato qualcosa in passato, perché altrimenti non si spiega. Io ho riferito subito tutto agli inquirenti".
Il giornalista allora le ha chiesto: "Tu ci confermi che i colpi che gli inquirenti hanno reputato quelli mortali sono stati inferti dai due arrestati?". La ragazza non ha avuto dubbi e ha concluso:
"Sì, da uno soprattutto, dal più piccolo, da Paolo Palmisani".
L'avvocato Ceccarelli rinuncia alla difesa di Castagnacci: "Non si toccano ragazzi giovani e innocenti"
‘Chi l'ha visto?' ha intervistato anche l'avvocato di Mario Castagnacci, Tony Ceccarelli, che ha spiegato perché ha deciso di non difendere più il ventisettenne:
"È una decisione che ho maturato a seguito di un colloquio che ho avuto con il Castagnacci, ma è qualcosa che lui si aspettava, per una serie di circostanze che abbiamo affrontato durante il colloquio e per una serie di fatti che si sono verificati in questi giorni. Lo conosco abbastanza bene da qualche anno, è un ragazzo che si è rivolto a me per farsi assistere e abbiamo avuto sempre buoni successi processuali tanto è vero che fino all'altro giorno era un ragazzo al quale io ho fatto restituire la completa libertà. Non io, per carità, io ho fatto una richiesta contrariamente a quella del pm che chiedeva che venisse applicata a Castagnacci la misura cautelare e il giudice ha voluto accogliere la nostra tesi. Ho 40 anni, sono 15 anni che lavoro. Ho un numero di processi che mi ha dato esperienza e quindi mi consentono anche di valutare l'incarico che va preso e quello che non va preso. Il cliente deve meritarsi la fiducia dell'avvocato. Indipendentemente dall'incarto processuale e dagli atti. È una battaglia che si fa insieme e deve esserci sintonia tra le parti, se non c'è quella sintonia, io non assisto nessuno. Ovviamente la rinuncia ha a che fare con la mia coscienza, non si toccano vittime innocenti, non si toccano ragazzi giovani".