Offese gli italiani durante la pandemia, oggi Christian Jessen rischia la bancarotta e chiede aiuto
Christian Jessen, conduttore tv e comico, che ebbe un momento di "notorietà" nel nostro Paese, lo scorso anno, quando dichiarò che il Coronavirus era usato dagli italiani come scusa per fare una siesta rischia la bancarotta. Jessen è ricordato in Italia per aver dichiarato: "Questo potrebbe sembrare un po razzista e dovrete scusarmi, ma non pensate che il Coronavirus sia un po’ una scusa? Gli italiani usano delle scuse per chiudere tutto e smettere di lavorare di lavorare per un po’, per avere una lunga siesta". Parole che non passarono inosservate e destarono grande clamore, al punto da obbligarlo a scusarsi: "Ho sbagliato, lo ammetto. Ho cercato di sdrammatizzare il panico. Tuttavia, col senno di poi riconosco che la mia osservazione era insensibile e devo scusarmi per qualsiasi turbamento io abbia causato" disse.
La condanna per diffamazione
Oggi il medico è tornato protagonista, suo malgrado, per colpa di una causa per diffamazione persa contro l'ex Primo Ministro dell'Irlanda del Nord Arlene Foster, che gli ha intentato causa a seguito di un tweet in cui Jessen parlava di una sua relazione extraconiugale. Il giudice ha stabilito che le affermazioni del medico e conduttore sono false e lo ha costretto a pagare circa 150 mila euro a Foster. Una cifra che Jessen ha dichiarato di non avere a disposizione e che sta cercando di raccogliere tramite una campagna di crownfunding su GoFundMe in cui spiega che la condanna sia avvenuta nonostante le prove di una salute mentale non perfetta.
La richiesta di Jessen ai fan
"Ho testimoniato alla corte sulla mia salute mentale e sulla mia situazione personale nell'ultimo anno, ma sono stato condannato a pagare i danni per diffamazione e l'intero indennizzo delle spese legali sostenute da lei, che sono sostanziali. Sto valutando un appello e sto cercando di raccogliere fondi per combattere quella che è una situazione molto ingiusta" di legge nella presentazione della campagna in cui Jessen ha ripercorso il suo percorso al fianco della comunità LGBTQ+, per difendere i loro diritti, mettendoci spesso la faccia e ottenendo anche buoni risultati: "L'ultimo anno o giù di lì è stato molto difficile per me poiché ho lottato con alcuni seri problemi di salute mentale – si chiude la nota – e sapere di avere il tuo sostegno è incoraggiante. ve ne sono grato".