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Così Netflix sta cambiando il mondo reale: 150mila firme per la grazia a Steven Avery

Si sente l’effetto Netflix sul caso di Steven Avery, un uomo la cui storia ha dell’incredibile e viene raccontata nella docu-serie “Making a Murderer” disponibile sulla Internet Tv. L’uomo, assolto dopo aver passato 18 anni in carcere per uno stupro mai commesso, sarebbe stato accusato di un crimine più grave per evitare ai potenti funzionari che lo incolparono un risarcimento milionario. I fan della docu-serie chiedono la grazia ad Obama.
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Si sente l'effetto Netflix sul caso di Steven Avery, un uomo la cui causa giudiziaria ha dell'incredibile e viene raccontata nella docu-serie "Making a Murderer" di Laura Ricciardi e Moira Demos, uno dei lavori migliori attualmente presenti sulla Internet Tv più grande del mondo. Sono infatti più di 150mila le firme raccolte in due petizioni che chiedono la libertà per l'uomo accusato di stupro prima, successivamente assolto e poi accusato di omicidio. Quello che si nasconde dietro questa nuova accusa potrebbe essere un tentativo da parte di alti funzionari corrotti di incastrare l'uomo che, dopo la prima assoluzione, avrebbe potuto fare causa per milioni di dollari di risarcimento dopo i 18 anni di pena scontata per non aver commesso il fatto.

La serie mostra ogni aspetto della vicenda grazie ad un lavoro meticoloso realizzato dalle due registe, le quali più volte hanno rischiato di vedersi sequestrare il girato per le lungaggini di una burocrazia che ha fatto di tutto per rallentarle.

La storia di Making a Murderer presenta un'incredibile serie di colpi di scena, tanto da sembrare immaginaria. Ricciardi e Demos hanno saputo districarsi in un contesto molto complesso, dimostrando grande competenza nella realizzazione di questa straordinaria serie, che fa sentire gli spettatori al centro dell'azione

È quanto dichiarato in fase di presentazione del progetto da Lisa Nishimura, responsabile della programmazione dei documentari originali Netflix. Il prodotto allungato in 10 episodi diventa appassionante quanto una vera e propria serie televisiva. Sembra uscire dalla finzione, ma è tutto vero. La storia di Steven Avery sta tornando ad interessare l'opinione pubblica e sta riaccendendo il dibattito. Forse la petizione non riuscirà a far uscire di prigione Avery, ma di certo pone un riflettore costantemente acceso che obbligherà chi dovrà prendere l'ultima decisione all'onesta più totale.

Prima l'assoluzione per stupro, poi l'arresto per omicidio

Le firme per l'assoluzione di Steven Avery sono state presentate anche a Washington, 18mila in tutto ad oggi. Se entro il 16 gennaio si dovesse arrivare a superare quota centomila, allora quelle firme dirette avrebbero un valore assoluto diverso ed obbligherebbero il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama a riferire pubblicamente. Incriminato nel 1985, Steven Avery avrebbe dovuto percepire un risarcimento milionario dopo essere stato assolto grazie alla prova del Dna per non aver commesso una violenza sessuale della quale si è da subito dichiarato innocente.

Nel 2005 è stato incriminato e condannato a 32 anni di prigione per la sparizione e uccisione di Teresa Halbach, una giovane fotografa. A sbatterlo in prigione gli stessi funzionari che lo avevano incastrato nel 1985. Qualcosa non torna.

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