Nicolò Bongiorno racconta papà Mike: “La sua allegria vive in me”
Nicolò Bongiorno, 43 anni, è il secondogenito di Mike Bongiorno. Intervistato da Famiglia Cristiana, raggiunto dopo un lungo viaggio in India, dove ha girato un documentario, Nicolò ha raccontato chi era suo padre alle soglie di una data molto importante, l'8 settembre 2019, quando saranno passati 10 anni dalla sua scomparsa. La passione per i viaggi e quella per l'avventura, entrambe ereditate da papà Mike, e poi il suo mantra: "Allegria", non era solo un motto ma un vero e proprio stile di vita per Bongiorno.
Le parole di Nicolò Bongiorno
Il re del quiz televisivo ha segnato profondamente la crescita e l'umanità di Nicolò Bongiorno, elementi che riflette nella sua opera di documentarista. Lo ammette candidamente: "Se faccio questo lavoro, in buona parte lo devo a lui". Ogni estate, papà Mike portava Nicolò, Michele (47 anni, il maggiore) e Leonardo (29), negli States per visitare i fantastici parchi nazionali: "Conservo ricordi bellissimi di tutti gli incontri e le avventure che abbiamo vissuto". Quando Nicolò nacque, Mike Bongiorno era in tv con un celebre spot della grappa Bocchino realizzata in cima al Cervino: "Sempre più in alto", recitava lo spot e Nicolò conserva ancora quell'immagine: "Da bambino tenevo in cameretta il poster con quell’immagine. E la conservo ancora. Appassionato di alpinismo, Mike Bongiorno arrivò nel 2001, a 77 anni, a sfidare il Polo Nord su due slitte trainate da 14 cani.
Aveva una tempra eccezionale e una continua voglia di mettersi in gioco e di esplorare strade nuove, anche da un punto di vista professionale. Basti ricordare la sua scommessa di lasciare la Rai per le nascenti Tv di Berlusconi. Fu il primo a farlo.
Ricorda ancora Nicolò di Mike, "un padre che sapeva essere severo e che dava un'importanza fondamentale alla famiglia: faceva di tutto per stare con noi".
L'esperienza della Seconda Guerra Mondiale
Mike Bongiorno ha vissuto l'esperienza della Seconda Guerra Mondiale. Fu catturato da partigiano e condannato a morte dai nazisti, successivamente rinchiuso in un lager austriaco. Un periodo che Mike Bongiorno non amava ricordare:
Quando eravamo piccoli, papà non amava ricordare quel periodo. Lo ha fatto quando nel 2007 abbiamo scritto insieme la sua autobiografia, "La versione di Mike". Quella prova così drammatica fu poi decisiva per il suo futuro: fu chiamato in radio per la prima volta proprio per raccontare la sua esperienza di prigioniero di guerra. In quei mesi trascorsi insieme ho scoperto molte cose di papà.
Bersagliato dagli intellettuali, Mike Bongiorno si prese le sue rivincite nel tempo: "Mike, lei ha insegnato l'italiano agli italiani", disse al tempo il presidente dell’Accademia della Crusca Francesco Sabatini. Poi la laurea honoris causa conferitagli dallo Iulm, come racconta Nicolò: "Papà andava molto fiero di questi riconoscimenti, perché erano il frutto del suo duro lavoro".