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Nanni Moretti ospite di Fazio: “Non esiste altro modo che guardare i film se non al cinema”

Tra gli ospiti della prima puntata di “Che tempo che fa” c’è anche Nanni Moretti. Il regista romano, il cui ultimo film “Tre piani” è arrivato al cinema a fine settembre, ha parlato del lavoro fatto sul romanzo di Eshkol Nevo e della capacità di poter raccontare ancora il presente attraverso il cinema. Su una cosa, però, il regista non transige: “La visione in sala è insostituibile, ed è la cosa che mi è mancata di più”.
A cura di Ilaria Costabile
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Ospite della prima puntata delle nuova edizione di Che tempo che fa, è stato Nanni Moretti, uno dei registi più amati del cinema italiano. Il suo ultimo film, Tre piani, è arrivato nelle sale il 29 settembre, acclamato al Festival di Cannes dove è stato accolto con ben 11 minuti di applausi.

Il primo adattamento di un libro per Nanni Moretti

È il primo film di cui Nanni Moretti non scrive anche il soggetto, per la prima volta in anni di carriera cinematografica, il regista romano si è affidato all'idea di un altro autore dal momento che il film è tratto dall'omonimo libro di Eshkol Nevo, ed è lui stesso a spiegare cosa l'ha portato a prendere questa scelta: "Con le mie sceneggiatrici stavo da un bel po' di tempo girando a vuoto su un soggetto girato negli Anni Cinquanta, quando Federica Pontremoli mi ha detto ho letto questo libro perché non lo leggi, ho visto che questo libro mi parlava, sono tre monologhi, non ha una struttura cinematografica, grazie alle mie sceneggiatrici abbiamo rivisto un po' questo libro". Un film diverso dal solito, anche perché manchevole di quel sarcasmo tipico delle opere morettiane, ma non del tutto drammatico come sembrerebbe: "Alla fine abbiamo voluto dare, lanciare uno sguardo verso il futuro soprattutto in questo periodo ci sembrava giusto. Questa volta non c'era spazio per l'ironia". 

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La scelta di aspettare l'uscita nelle sale

Il film è uscito in sala, nonostante fosse stato proposto al regista di distribuirlo sulle piattaforme durante il periodo del lockdown, ma Moretti non ha mai ceduto per un semplice motivo: "Ho aspettato un anno e mezzo. Quando io dico ho aspettato che riaprissero i cinema, lo dico da spettatore, per me il consumo dei film in una sala cinematografica è insostituibile ed è la cosa che ho sentito di più la mancanza durante la pandemia". Il conduttore, quindi, interroga il regista sulla possibilità di poter raccontare ancora il presente attraverso il cinema, un racconto che sembra più complicato e di cui adesso si sente l'esigenza:

Nevo dopo aver visto il film ha detto spero che vedendo questo film le persone possano perdonarsi e perdonare. Non penso che sia più difficile raccontare il presente rispetto a prima, penso che le relazioni, i sentimenti siano sempre quelli, l'importante è non farsi schiacciare dalla cronaca dall'attualità.

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