Morta Anna Machesini, le eredi Cortellesi e Raffaele la ricordano
La morte di Anna Marchesini ha stravolto e scosso il suo pubblico e, più in generale, alcuni dei principali protagonisti del mondo dello spettacolo italiano. L'attrice era stata indubbiamente un personaggio di rilievo e spessore, precursore di una figura femminile comica che prima aveva avuto poco spazio in televisione, con una vivacità espressiva e di scrittura degli sketch interpretati assolutamente inedita prima. Non a caso, la Marchesini non mancherà solo a Tullio Solenghi e Massimo Lopez, o a tutti quegli artisti che hanno collaborato con lei nel corso degli anni, ma lascia un solco anche in coloro che non hanno avuto la fortuna di collaborarci e che pure portano idealmente avanti la tradizione avviata dalla Marchesini.
I volti a cui viene immediatamente in mente di pensare sono quelli di Paola Cortellesi, Virginia Raffaele, Lucia Ocone e anche la stessa Gabriella Germani, volti della comicità femminile che hanno segnato la comicità italiana recente. In due interviste rilasciate proprio dopo la morte di Anna Marchesini, Paola Cortellesi e Virginia Raffaele hanno ricordato l'attrice mostrandole tutta la gratitudine umana e professionale. La prima, sulle colonne di Repubblica, ha detto:
Io ho amato Anna Marchesini ai limiti del fanatismo, ero un adolescente. Come regalo i miei genitori mi portavano a vedere gli spettacoli del Trio. Io impazzivo letteralmente come se fossero delle rockstar. Io ho capito cos'era l'ironia guardando loro, guardando Anna. Da ragazza era il mio idolo, faceva cose incredibili. Era un momento in cui loro avevano una grande popolarità e lei aveva questo tocco comico assolutamente fine, un umorismo raffinato però popolare che è il massimo a cui si aspira sempre tutti. Arrivare al cuore e alla pancia di tanti, ma con un tipo di umorismo alto, bello. Lei come nessun altro ci riusciva
E pure Virginia Raffaele, al momento probabilmente il personaggio più quotato del mondo della comicità italiana, sempre a Repubblica ha rivelato tutta la sua devozione alla Marchesini: "La adoravo. Mi fece il mio primo autografo: tu come ti chiami? Ah, Virginia, come mia figlia. Ricordo che rivalutai pure il mio nome. Se la Marchesini ha chiamato la figlia così, deve essere un bel nome". Con suo dispiacere ha detto di non essere mai riuscita a conoscerla:
Sapevo che non stava bene, non sapevo come muovermi. Una sera al quinto bicchiere di vino ho mandato un messaggio a Massimo Lopez: ti prego un giorno me la fai conoscere? Con Massimo ci sentiamo spesso, c’è una stima reciproca. Poi ho capito che non era facile perché non stava bene