Moric: “L’Italia agli italiani. Gli immigrati arrivano senza lavoro né casa, dove li mettiamo?”
Sabato 22 aprile, Nina Moric ha partecipato al programma "Dalla vostra parte". La modella, vicina a Casa Pound, ha detto la sua sul ruolo degli immigrati in Italia. In particolare, le è stato chiesto chi venisse prima tra chi si appropria delle case popolari e chi sta aspettando di averle regolarmente. La Moric ha replicato:
"È lo Stato a doversi occupare di questa situazione. Le persone non devono essere costrette a occupare le case. Se ci sono persone disperate e senza un tetto, la colpa è dello Stato".
Riguardo agli immigrati che occupano le case, ha commentato: "Io sono del parere che in questo momento l'Italia deve restare agli italiani. Onestamente, con tutta questa accoglienza, dove li mettiamo, se anche gli italiani non hanno un tetto. Perciò l'Italia agli italiani e poi, in futuro, si parlerà del resto".
"Dobbiamo pure trovare il lavoro agli immigrati mentre gli italiani non ce l'hanno"
Così si è ritrovata in contrasto con l'Onorevole Eleonora Cimbro che parlava dell'Italia come di un Paese che accoglie e della casa come di un diritto che spetta anche agli immigrati. La Moric ha espresso il suo disappunto:
"Ma dove li accogliamo, che possibilità diamo a questa gente. Alla Stazione Centrale di Milano devono stare? Ma si faccia un giro a Milano. Faccia un giro alla stazione e vediamo l'accoglienza, quella è accoglienza?"
L'onorevole ha replicato:
"Beh, detto dalla Moric. Lei fa bene ad andare con Casa Pound perché il livello è quello. Io sono nata in Italia… Non possiamo fare i razzisti".
La modella ha sottolineato che anche lei è "italiana in tutti i sensi" e ha concluso:
"Ma se non riusciamo a fare le cose per gli italiani, come facciamo ad accontentare gli altri? Ma io non lo so. Ma quando arrivano, arrivano senza moglie, senza lavoro. Dobbiamo trovargli pure lavoro, la casa e tutto. E gli italiani? Senza lavoro, senza casa. Volete bene alla vostra Italia? Volete bene a questo nostro popolo? Prima gli italiani, poi si pensa ad altro".