Morgan, docente più che decente, disdegna l’insegnamento
E' obiettivo di Morgan non far parlare di sé. Tattica ricorrente, piuttosto prevedibile, ma sempre vincente, provare a non far parlare di sé facendo parlare di sé. Da anni chi si occupa di Tv assiste ai suoi pruriginosi dietro front sulla questione annosa della partecipazione ad XFactor. Sicché si prova un po' di timore reverenziale nel rapportarlo banalmente a questa sola esperienza professionale, che però di fatto gli concede di essere costantemente on air. Qualche giorno fa, tra i meandri di una dissertazione sul rapporto del melodramma col pop moderno (è impegnato nella sua prima regia di un'opera lirica), ha chiaramente annunciato, per la volta ennesima, che non parteciperà alla prossima edizione di XFactor: la prossima dopo la prossima, si intende. Si è dichiarato vittima della Tv:
"Sto cercando di uscire dalla tv, non ne posso più, un mondo ossessivo, morboso, dominato dalla pubblicità che crea mostri di marketing, mi hanno sbattuto come un gatto preso per la collottola, uno strumento in mano loro. Ti pagano due euro e ti dicono di essere contento perché diventi famoso […] Per quest'anno parteciperò (a XFactor, ndr), in futuro credo proprio di no. Non posso stare in quel banchetto a dire cretinate. Prima la tv la frequentavo in modo saltuario. Mi ha allontanato dalla musica"
Si crede ciecamente nel valore aggiunto e inestimabile che Morgan rappresenti per quel programma. Senza che lui se ne senta troppo lusingato (è solo una dote, non per forza una virtù conquistata), la sua presenza è l'unico elemento che rende XFactor giustificato, che ne redima le colpe di una forma che comunque continua ad essere al di fuori di un regolare processo di nascita crescita e maturazione di un artista. E che Morgan nemmeno se la prenda se si ritiene che il ruolo di "educatore" sia il più pertinente alle sue attitudini. Non è una critica alle sue doti di musicista, ma un'esaltazione dei suoi meriti di studioso, teorico e, volendo, critico musicale.
Nel corso delle edizioni recenti di XFactor ci siamo sorbiti molto nulla, propaggini di show biz spicciolo, senza alcun senso accrescitivo. Il solo elemento di sorpresa s'è rivelato l'effetto che Marco Castoldi riuscisse ad avere sui concorrenti affidati alla sua custodia. Concorrenti lamentosi in luogo dei pezzi assegnati ad inizio settimana, poi entusiasti e francamente arricchiti dopo averli riproposti (resta emblematico Marco Mengoni in crisi perché "costretto" a cantare Ashes to ashes). E allora, senza l'intenzione di fare alcun appello, si lancia solo una provocazione, perché Morgan la smetta di considerare il suo ruolo di "insegnante" come un'antitesi alla figura di musicista. Perché provi a mettere da parte una piccola fetta di narcisismo spicciolo e chieda di realizzare a pieno quell'idea, che Daria Bignardi gli propose in parte con una manciata di minuti per puntata, di fare divulgazione musicale attraverso un canale di comunicazione che gli sia congeniale: la Tv. Magari senza ergersi a maestrino saputello, ma alimentando discussioni.
Insomma, che scacci da lui l'idea che la Tv non sia un habitat idoneo al suo profilo o che semplicemente non c'abbia il Phisique du role. Anche perché ha passato quasi più tempo a farne (di Tv), categoricamente da outsider, che a starne alla larga.