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Miss Italia non ha più senso ma va tenuta in vita, tipo il Totocalcio

Miss Italia s’aveva da fare, in una veste più immacolata per dare senso al passaggio su La7. Ma il concorso, da anni, è sottoposto ad un accanimento terapeutico insistente, nonostante sia palese il disinteresse assoluto per le sue sorti.
A cura di Andrea Parrella
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Un insensato balletto in stile Bollywood e l'incomprensibile Miss Forme Morbide che quasi cade mentre viene eletta tale, costituirebbero una sintesi pressoché completa di quella che è stata la prima uscita di Miss Italia su La7, con la conduzione di Ghini, Bocci e la Chillemi. Ma giudicare l'imbarazzante serata televisiva nello specifico non sarebbe giusto, anche perché a priori ci sarebbero troppe domande da farsi sulla scelta del cast e di tutto il resto. Si parte dunque dall'assunto che Miss Italia s'ha da fare. S'aveva da fare nonostante le polemiche estive che non stiamo nemmeno più a citare tra la Boldrini e il suo esercito, contro i sostenitori che volevano il concorso continuasse com'era.

C'era la necessità che Miss Italia assumesse una forma più immacolata e allora i conduttori ieri sera sono stati sguinzagliati affinché esaltassero i percorsi universitari delle aspiranti reginette e i loro profili professionali inattesi (la calligrafa, la contorsionista, l'imitatrice di Verdone). L'impresentabile spettacolo di ieri porta per l'ennesima volta a chiedersi come possa, qualcuno, credere ancora che ci siano dei margini affinché il pubblico televisivo si possa interessare ad un concorso di questo tipo, noioso ed antitetico rispetto al tubo catodico da quando è nato, che ha tuttavia perso ogni ragione d'esistere in un piccolo passaggio culturale della nostra storia che la famiglia Mirigliani, e chissà chi altro ancora, non vedono, o fingono di non vedere: tra le tante cose, molto semplicemente, vent'anni fa Miss Italia era l'unico modo per vedere nudità pubblicamente. Non è il solo fattore determinante, è chiaro, ma che in questi vent'anni la castità in tv sia stata l'eccezione, potrebbe non essere casuale.

L'accanimento terapeutico adottato nei confronti di Miss Italia è pari a quello cui è stato sottoposto il Totocalcio nello scorso decennio, quando con l'emergere della possibilità di fare scommesse, il gioco da ricevitoria, sintesi del concetto di "sogno" nel linguaggio comune degli italiani, divenne inesorabilmente obsoleto, nonostante i vari restyling. Vogliamo dire che siamo diventati peggiori e che il passaggio ai centri scommesse ha agevolato l'infezione endemica del vizio del gioco? Sì, è probabile, anzi è sicuro che sia così. Ma tant'è, c'è poco da fare. E così per Miss Italia, che non ha speranza alcuna di resistere all'invasione di tette e culi in tv, un'invasione avvenuta da così tanto tempo che è quasi sul punto di passare di moda.

La reginetta, la corona, le fasce, hanno una possibilità infinitesimale di continuare a costituire un'opportunità per le ragazze che se le accaparrano: le Miss Italia recenti, da anni si vedono solo in due occasioni, quando vengono elette e quando lasciano lo scettro. Non è una semplificazione brutale, ma la regola, eventualmente confermata da poche eccezioni. Si tratta di un micromondo che coinvolge solo chi c'è dentro, non più chi c'è fuori. Ecco perché non si contestano le emozioni di Ghini, che dopo aver conosciuto il concorso si è dimostrato estasiato dalla genuinità, o i pianti delle ragazze che partecipano: come in un villaggio turistico, ti emozioni di farne parte, ma chi non ci passa  non potrà mai capire il perché.

Miss Italia, la sfida con il nudo l'ha persa, perché non l'ha affrontato con argomenti diversi. Ha provato a mettersi alla pari, ma un costume intero, per quanto scollato, non è un perizoma (questa era una semplificazione brutale).

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