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Minacce e intimidazioni a Report per l’inchiesta su Juventus e ‘ndrangheta

Il lavoro della redazione di Report sulla società di calcio più blasonata d’Italia solleva un caso di livello nazionale per il quale Sigfrido Ranucci, Federico Ruffo e i giornalisti impegnati nell’inchiesta hanno denunciato minacce e intimidazioni nelle ore precedenti alla messa in onda. Solidarietà da parte di colleghi e sindacati.
A cura di Andrea Parrella
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L'inchiesta di Report sulle infiltrazioni delle cosche ‘ndranghetiste nella tifoseria della Juventus prometteva polemiche sin da quando, un paio di settimane prima della messa in onda, iniziavano ad arrivare le prime anticipazioni sul lavoro di Federico Ruffo. Un'inchiesta giornalistica che getta un'ombra enorme sul sistema di gestione dei rapporti con la tifoseria da parte della società calcistica più blasonata d'Italia e che non mancherà di creare grandi imbarazzi nelle prossime settimane.

Al punto che nella giornata di ieri, ancor prima della messa in onda dell'inchiesta, i giornalisti della redazione di Report avevano già denunciato minacce e intimidazioni subite tramite possibile querele di entità milionaria. Immediata, in questo senso, è stata la reazione dei principali sindacati giornalistici, come Usigrai e Fnsi, che hanno espresso solidarietà a Ranucci e Ruffo, così come a tutta la squadra di lavoro del programma di Rai3, attraverso una nota congiunta che recitava:

Intimidazioni, minacce, annunci di querele milionarie.
Ancora non è andata in onda (questa sera 21.15 su RaiTre) e già l'inchiesta di Report sulle infiltrazioni nelle tifoserie ha scatenato le reazioni tipiche di quando si toccano affari sporchi.
Usigrai e Fnsi si schierano al fianco di Federico Ruffo, autore dell'inchiesta, del curatore Sigfrido Ranucci, e di tutta la redazione di Report.
Chiediamo alla Rai e alle autorità, ciascuno per le proprie competenze, la massima attenzione, vigilanza e protezione per fare muro di fronte alle minacce di ogni tipo.

Usigrai e Fnsi

Cosa ha scoperto l'inchiesta di Report sulla Juventus?

Federico Ruffo ha indagato sulle opache dinamiche della morte di Raffaello Bucci, l'ex ultras della Juventus deceduto il 7 luglio 2016 dopo essere caduto da un viadotto a Fossano (Torino). Un suicidio che pare essere avvenuto dopo un pesante pestaggio subito per una questione di soldi legata al bagarinaggio dei biglietti. Il lavoro di Ruffo segue il percorso dell'inchiesta sui biglietti concessi dalla società ai gruppi ultras che portò all'inibizione di un anno per il presidente Andrea Agnelli, approfondendo proprio le modalità attraverso le quali i ticket per le partite venivano ceduti ai gruppi, che poi li destinavano alla vendita illegale all'esterno dello stadio. Una dinamica frutto di un tacito accordo tra la società e la tifoseria che la Juventus avrebbe avallato al fine di evitare problemi all'interno degli stadi. Ma attraverso l'individuazione dei soggetti a capo dei principali gruppi ultras, Ruffo fa luce sulle presunte infiltrazioni dei gruppi ‘ndranghetisti nella tifoseria, radicatesi nel corso degli anni in maniera quasi stabile. La morte di Bucci, per certi versi ancora poco chiara nelle sue motivazioni, sarebbe legata proprio a queste logiche e a un pesante giro di soldi in nero dietro al sistema di vendita illegale di biglietti.

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