Militari italiani e le presunte torture in missione di pace a Nassiriya
"Le Iene" tornano a parlare di un fatto agghiacciante: nel corso delle missioni di pace i militari italiani avrebbero torturato alcuni uomini iracheni. Stando alle testimonianze del programma di Italia 1, qualcuno sarebbe stato visto nudo, altri vestiti; qualcuno era inginocchiato, altri coi piedi incrociati e mani chiuse con fascette da elettricista. Si tratta dunque di presunti interrogatori-tortura vietati dall'Onu: uno stretto collaboratore del generale che comandava il contingente di Nassiriya ha addirittura confermato che questi presunti prigionieri avrebbero dovuto parlare a tutti i costi. Le torture sarebbero continuate fino a quando non avrebbero detto ciò che i militari si aspettavano. Trattati "come le galline", "allo stato brado"; sarebbero stati applicati anche gli elettrodi, esattamente come avvenne nel 1997 in Somalia quando venivano applicati gli elettrodi ai genitali affinché i prigionieri perdessero i sensi. Testimonianza che si deve principalmente a Michele, paracadutista che ha denunciato tutto poiché non ha mai accettato queste regole: "Ho sentito parlare nel campo che qualche prigioniero è morto".
Dell'attentato di Nassiryia del novembre 2003 sarebbero stati avvertiti i militari visto che l'8 Novembre, quattro giorni prima, sarebbe arrivato un messaggio da parte degli americani: "Occhio, siete a rischio attentato!". Stando sempre ai testimoni intervenuti a "Le Iene", l'attentato sarebbe stato rimandato visto che "qualcuno gli avrebbe detto di farlo il giorno dopo", forse per non colpire tutte le persone presenti in quel momento nella base militare italiana.