Mika: “Mia madre lotta contro un cancro al cervello, l’ho fatta cantare per trasformare quella mer*”
Mika è stato tra gli ospiti della puntata di ‘Domenica In‘, trasmessa domenica 13 ottobre. L'artista ha presentato l'album ‘My name is Michael Holbrook‘. Prima, però, ha espresso la sua stima nei confronti di Mara Venier: "Sapevo che sei la zia della televisione italiana. Cosa pensavo di te? È bello vedere uno show con un cuore. Sono felicissimo di essere qua ma non so cosa succederà in questa intervista. Ma c'è un cuore che è una cosa rara".
La doppia identità: Mika e Michael
Mika ha spiegato come mai ha deciso di intitolare il suo album ‘My name is Michael Holbrook'. Il cantante ha raccontato che per 36 anni, si è rifugiato nel personaggio di Mika, prendendo le distanze dalla sua vera identità: quella di Michael Holbrook. Tutto ha avuto inizio quando suo padre (che porta il suo stesso nome, ndr) è stato preso in ostaggio:
"Il mio nome è lo stesso di mio padre. Mia madre ha scelto il nome Mika, era una sorta di identità, sono diventato lui. Mika era quello che cantava. Ho sempre avuto la sensazione che Michael Holbrook fosse un uomo che volevo nascondere. A un certo punto, ci sono state delle complicazioni nella mia vita. Mio padre è stato preso in ostaggio nella prima guerra del Golfo. È rimasto per otto mesi all'ambasciata americana e quando è tornato non era più lo stesso. Non era papà. Era Mike. Era una cosa stranissima. Era cambiato, era magro. Da allora è avvenuta questa separazione di cui non sono stato cosciente per la maggior parte della mia vita. A 36 anni ho riconosciuto questa doppia identità. Ho voluto capirne il perché".
La madre lotta contro un cancro al cervello
Per scrivere l'album si è isolato per circa un anno. Poi un giorno ha ricevuto una telefonata da parte di suo padre che gli chiedeva di raggiungere subito la sua famiglia, perché la madre aveva un grave problema di salute: "Durante la scrittura di questo album, la vita si è complicata tantissimo. Mia madre diventava sempre più malata. Io, però, non volevo scrivere canzoni tristi ma piene di gioia". Quindi ha rimarcato quanto sia in debito con sua madre:
"Dopo aver avuto dei problemi a scuola, mi hanno buttato fuori. Mia madre mi disse: ‘Tu non vai a scuola, il pomeriggio lavori con me'. La mia situazione era seria, non sapevo leggere e scrivere e per tre mesi ho anche smesso di parlare. Avevo perso il senso del mio valore. Lei mi ha fatto dedicare alla musica per aiutarmi a ritrovarlo. Dopo quattro mesi di allenamento con lei e una insegnante, mi sono ritrovato a cantare all'Opera di Londra. Cantavo davanti a 2500 persone e venivo pagato".
Quindi ha parlato delle persone che sono importanti per lui. Tra loro c'è ovviamente la madre. Per aiutarla a trasformare questo periodo difficile in qualcosa di sopportabile, l'ha fatta cantare:
"Le persone importanti per me? La mia famiglia. Con papà le cose vanno molto meglio, il mio compagno di 13 anni, lui non vuole che io parli molto di lui, poi i miei amici. Ho dedicato questo album a mia madre, per ogni sfida successa in questi ultimi due anni. Ogni due mesi pensavo che il problema fosse superato e invece no. Adesso sta soffrendo, ha un cancro molto grave e difficile da gestire. Per un figlio come me, che ha avuto un rapporto di amore molto forte, è terrificante vedere la fragilità di una donna così combattiva. Ho deciso di non nascondere questa cosa, lei ha fatto un intervento alla testa, al cervello. Tre settimane dopo, ho messo un microfono davanti a lei e le ho detto: ‘Mamma, canta'. L'ha fatto. Così trasformiamo questa mer** in qualcosa di bello, così possiamo dire che questa cosa appartiene a noi".