Mia Martini resta un mito, ma quante critiche allo speciale di Rai Uno
Mia Martini resta sempre un'artista la cui storia evoca al grande pubblico, di diverse estrazioni, un senso di commozione, tristezza e malinconia, ma anche profondissimo affetto. Se c'era bisogno di una dimostrazione pratica di questo affetto, la replica estiva della serata dedicata alla cantante scomparsa nel maggio del 1995lo è stata sicuramente. L'indiscutibile affetto del pubblico può spesso andare a cozzare, tuttavia, con il forte approccio critico che il popolo dei social network riserva a serate commemorative di questo tipo, che spesso sono colpevoli di mescolare e sovrapporre il sincero omaggio a un artista scomparso con una facile retorica, giustificata soprattutto da esigenze relative a tempistiche televisive.
La serata condotta da Massimo Giletti è stata probabilmente l'ennesima dimostrazione di questo fenomeno, con l'alternanza di momenti notevoli ad altri probabilmente evitabili, che non hanno potuto svincolare la serata da qualche critica accesa alla prima serata di Rai Uno. Se da una parte infatti, l'affetto per Mia Martini resta assolutamente indubbio, a vent'anni dalla scomparsa di un'artista che resta tra le più celebri e controverse nella storia della musica italiana, al contempo non si può non notare un eccessivo atteggiamento celebrativo rispetto al personaggio, condito da esibizioni che hanno convinto solo in parte.
La sorella di Mia Martini Loredana Bertè, a parte esecuzioni non esattamente impeccabili, porta legittimamente il vessillo dell'artista, essendo portatrice di una testimonianza vivente del vero modo di essere di Mia. Ma pare che la presenza di alcuni artisti abbia fatto storcere il naso a puristi e appassionati. Insomma, il mito di Mia Martini e la sua capacità di incarnare l'immagine di un'artista completa proprio perché fragile, restano assolutamente vivissimi. Così come una cronica incapacità del servizio pubblico di evitare il rischio di una piattezza di contenuti.
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