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“Messaggi diseducativi”, il procuratore Gratteri critica film e serie tv sulle mafie

Nei mesi in cui prodotti come Gomorra 3, Rosy Abate e Suburra dominano i palinsesti, il procuratore critica alcuni prodotti televisivi e cinematografici incentrati sul tema della criminalità organizzata.
A cura di Andrea Parrella
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La domanda è sempre la stessa, da anni oramai: sono le serie tv su mafia e camorra a riprodurre imitare la realtà, o il contrario? È l'eterna, irrisoltà questione, scaturita in particolare dall'arrivo in Italia di prodotti televisivi che non seguono il cosiddetto criterio del politically correct. 

E siccome le programmazioni televisive sono popolate da prodotti come Gomorra 3, Rosy Abate, Suburra, Sotto Copertura (giusto per citare quelle trasmesse nelle recenti settimane), sul tema è intervenuto anche il Procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, voce autorevole in materia di lotta alla criminalità organizzata. Interpellato dal fattoquotidiano.it, Gratteri commenta:

Non voglio assolutamente polemizzare con nessuno e non parlo mai di cose specifiche. Dico che la cinematografia e la televisione fanno arte e non mi metto a disquisire su questo. Il senso dei film, dei docufilm e dei libri è quello di educare. Se davanti alle scuole vediamo dei ragazzi che si muovono, si vestono e usano le stesse espressioni degli attori e dei personaggi di questi film che trasmettono violenza su violenza, mi pare che il messaggio non sia positivo

Il modello da seguire, a suo parere, dovrebbe essere finalizzato ad un messaggio positivo. Il procuratore non fa riferimenti specifici al solo Gomorra, che nel 2016 aveva bollato come ‘fiction che fa male alla lotta alla criminalità'. Anzi, Gratteri non si limita nemmeno alle sole serie tv, e specifica che "Bisogna riportare parte di ciò che accade nelle mafie, però dobbiamo all’interno dello stesso film o libro inserire qualcosa di alternativo, un messaggio che questi non sono invincibili e forti". 

Critiche esplicite a Gomorra

A criticare esplicitamente Gomorra è invece il procuratore aggiunto antimafia Giuseppe Borrelli, in occasione di un incontro pubblico a Bologna dal titolo ‘Come le mafie persuadono i giovani': "La rappresentazione del crimine organizzato che viene data in Gomorra è folcloristica". Presente allo stesso convegno il procuratore capo di Milano ed ex specialista in reati finanziari del pool di Mani Pulite Francesco Greco, che ritiene quella narrata dalla serie Sky sia una visione parziale del fenomeno della criminalità organizzata:

Gomorra è sufficiente a spiegare il fenomeno o è una rappresentazione tranquillizzante che limita la nostra percezione del fenomeno mafioso? La camorra è solamente traffico di droga, omicidi ed estorsioni o invece quelle rappresentate sono le azioni di una camorra passata che in realtà si evolve e che non vuole essere vista e nemmeno raccontata?

Affermazioni che fanno il paio con quelle rilasciate domenica scorsa nella trasmissione di Rai3 "In 1/2 ora" dal procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho: "Gomorra? non vedo nessuna di queste serie. Ma credo che evidenziare i rapporti umani come se la camorra fosse un'associazione come tante altre non corrisponda a quello che è realmente la camorra, che è fatta soprattutto di violenza". 

Gomorra 3 e i casi di cronaca, c'è un nesso?

In queste ultime settimane, con l'arrivo della terza stagione di Gomorra, a Napoli così come sul piano nazionale si è riacceso il dibattito sull'opportunità di un prodotto di questo genere. A far lievitare la questione anche alcuni casi di cronaca locale, come la sparatoria nei luoghi della cosiddetta "movida" partenopea, ingigantiti proprio dalla coincidenza del ritorno in tv della serie televisiva.

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