Melissa P rinnega i 100 colpi di spazzola: “Oggi non lo pubblicherei”
Da poco il suo libro più celebre, quello che la portò al successo mediatico strepitoso del 2003, ha festeggiato ben dieci anni di vita. Ma Melissa P, al secolo Melissa Panarello, pur ringraziando il libro per l'eco mediatica che le ha concesso di avere, oggi ha dei dubbi a dire come si comporterebbe se potesse tornare indietro. Al tempo la visibilità fu strepitosa, le ospitate televisive e i programmi si protrassero per molto tempo, dandole anche modo di scrivere altri romanzi. Ma soprattutto il libro divenne addirittura un film. Certamente Melissa P fu capace di cogliere a pieno la tendenza, se non quasi il bisogno di pruriginoso della società moderna, che trovandosi dinanzi alle storie sessuali di una ragazza di sedici anni si fiondò in libreria con la stessa repentinità con la quale lo ha fatto in occasione della saga letteraria "50 sfumature di grigio".
Ma rispondendo alle domande di un'intervista al Corriere del Mezzogiorno, Melissa sembra fare un passo indietro, anche se il motivo non è così scontato: "Quel libro mi ha consentito di fare tutto il resto, non mi pento di niente. Oggi, però, non lo pubblicherei ma non per vergogna, semplicemente perché quella storia non sarebbe più parte della mia vita, non potrei fingere una vita che non ho più". Dunque più che rinnegare il suo passato, semplicemente ammette che ora non esisterebbe più quel tessuto biografico sulla base del quale si possa costruire una storia così credibile come quella che divenne un best seller nello scorso decennio. Poi però aggiunge di essere stata penalizzata non poco dall'accavallarsi della storia romanzata con la sua vita reale: "Mi ha dato fastidio che l'abbiano intitolato con il mio nome, suggerendo che quella fosse la mia storia vera, in realtà era un film che non c'entrava niente con la mia storia e che, però, si chiamava come me. Mi ha deluso e danneggiato".
Naturalmente, il successo dal quale fu travolta allora, l'ha pagato anche con l'immagine che di lei è passata presso il pubblico, come ragazza e come autrice e scrittrice di libri. Tant'è che risponde in maniera molto diretta agli eventuali detrattori: "Mi chiedo perché la gente debba darmi della "poco di buono" anche se scrivo un libro di astrologia. Solo perché ho cominciato con un romanzo di altro genere? […] Con la pubblicazione di questo manuale sull'astrologia qualcuno ha persino parlato di "ghostwriter". Sapete perché? Il vero problema è sempre stato il mio nome. Se firmassi con un altro nome, probabilmente sarebbe diverso, nessuno mi attaccherebbe prima di leggere l'opera. E, invece, ci sono ancora tantissimi pregiudizi".