La compagnia del cigno 2, Mazzarotto: “La terza stagione è possibile, mi vedo padre come Matteo”
Leonardo Mazzarotto è Matteo nella fiction La compagnia del cigno 2. Violinista, attore e scrittore, si è raccontato su Fanpage.it. Il ventiduenne ha parlato del suo rapporto con Alessio Boni, che nella serie di Rai1 interpreta il Maestro Luca Marioni, della scena di nudo con Chiara Pia Aurora, attrice che interpreta Sofia. Inoltre, ha commentato l'ipotesi che si faccia la terza stagione de La compagnia del cigno e ha presentato il suo libro ‘In ascolto‘, uscito lo scorso 8 aprile. Leonardo Mazzarotto ha regalato una delle sue poesie ai lettori di Fanpage.it.
Partiamo dal tuo personaggio, Matteo. Dopo i guai che ha combinato nelle prime puntate, cosa dobbiamo aspettarci da lui?
Mi sento di dire che il grosso dei danni lo ha già fatto (ride, ndr). Adesso cercherà di risolvere la situazione poi l'attenzione si sposterà su altro. Posso anticipare che riuscirà finalmente a riconquistare un po' la fiducia dei suoi amici e ad essere un elemento positivo e di unione nei prossimi episodi.
Nell'episodio Verità nascoste, hai girato una breve scena di nudo con Chiara Pia Aurora. Ti ha creato imbarazzo?
No, anche perché la considero una parte del mestiere. Ovviamente ognuno ha la sua sensibilità rispetto a queste cose. C'è chi si può sentire più in imbarazzo, chi meno. Ma quando ti fidi di un regista, non c'è nessun problema. L'ho fatto tenendo a mente l'aspetto complessivo del racconto.
E poi immagino che ormai ci sia la giusta confidenza con l'attrice che interpreta Sofia.
Sì, tra me e Chiara Pia c'è una fortissima amicizia, è come se fossimo fratello e sorella. In quella scena, quindi, l'imbarazzo poteva essere più verso la troupe, le persone che sono lì per lavorare, ma devo dire che c'è una forte attenzione verso gli attori. Il regista Ivan Cotroneo chiede che ci sia rispetto e che le persone non necessarie alla scena escano per lasciare libertà e tranquillità agli attori.
Ho notato che molti vorrebbero vedere concretizzata nella realtà la relazione tra Matteo e Sofia. Ma è un'ipotesi improbabile.
Sì, vedo che in molti sognano questa relazione, ma siamo solo molto, molto amici. Rimarrà tutto così. Ci vogliamo bene, ma ognuno ha le sue storie. Sia io che lei siamo fidanzati.
Sei fidanzato con una ragazza che non fa parte del mondo dello spettacolo. Come vive la tua notorietà?
Con tranquillità. Io cerco di essere uguale a ciò che ero prima di questa avventura. Quindi, nel momento in cui lascio il set ed esco dal personaggio, sono una persona assolutamente normale.
Quando ti rivedi in televisione sei soddisfatto o tendi a essere critico?
Cerco di essere abbastanza distaccato per non lasciarmi coinvolgere dall'autocritica. Guardo l'insieme, il prodotto finale, quindi ci sono cose che non mi piacciono e altre che riconosco di aver fatto bene. Il trucco è stare attenti mentre si lavora, in modo da limitare i danni.
La tua famiglia cosa ne pensa?
In famiglia ricevo molto calore, mi apprezzano, mi sostengono. Per loro è difficile essere imparziali. In particolare per la nonna, la mia fan numero uno. Da parte sua c'è un amore spropositato.
Il personaggio di Matteo si ritrova giovanissimo a diventare padre. A 22 anni accarezzi il desiderio di paternità?
Diventare padre è una cosa che vorrò fare. Sento che mi piacerebbe molto. Ora è troppo presto. Quando sarà il momento giusto, sarò felice di esserlo. Mi vedo papà, è una cosa che mi fa piacere pensare.
Abbiamo visto come Matteo, schiacciato dal peso delle responsabilità, soffre di attacchi di panico. Hai mai vissuto dei momenti di fragilità simili?
Mi è capitato di avere dei momenti di debolezza, come penso capiti a tutti. Non credo che ci si debba vergognare di vivere le proprie inquietudini, le proprie ansie. Bisogna anche iniziare a parlarne in maniera più disinvolta. Si tende a pensare che se uno va dallo psicologo è matto, ma non è così. Tutto sommato, ho avuto una vita serena, mi ritengo fortunato perché non ho mai vissuto momenti di grande dolore o difficoltà. Però, ogni tanto, a causa della pressione o dell'eccesso di stress, mi è capitato di avere qualche giornata storta. Anche durante il lockdown, che è stato un periodo difficile per tutti, ci sono state le giornate di nebbia, in cui si faceva fatica a trovare la motivazione, però poi alla fine è sempre tornato il sereno.
Nella serie, Matteo ha un rapporto quasi da padre e figlio con Marioni. Che rapporto c'è, invece, tra te e Alessio Boni?
Sono contento del rapporto che ho con lui. Ci siamo frequentati anche fuori dal set: sono andato a vederlo a teatro, siamo stati a cena insieme, ci sentiamo ogni tanto e gli ho inviato il mio libro di poesie per avere un suo parere. Anche sul set c'era un continuo scambio. Lui mi dava consigli sulla recitazione e me ne chiedeva sull'aspetto musicale. Ad esempio, è capitato che mi chiedesse come un vero direttore d'orchestra avrebbe detto una battuta. Questo scambio è stato molto bello e segno di una grande umiltà da parte sua.
La seconda stagione è impreziosita da diverse guest star: Mika, Ornella Vanoni, Francesco Gabbani, Malika Ayane. C'è un aneddoto accaduto sul set e legato a qualcuno di loro, che ti è rimasto impresso?
Me ne viene in mente uno, che è una sciocchezza ma che mi ha fatto molto ridere. Io e Chiara Pia stavamo girando una scena con Francesco Gabbani. All'improvviso, lui si volta verso di noi e ci fa: "Ma se dovessi sbagliare?". In quei giorni, io e Chiara per divertimento cantavamo tra di noi in continuazione: "Se dovessimo spiegare" (verso della canzone Viceversa, ndr). Quando ci ha chiesto quell'informazione, ci siamo messi a cantare. Abbiamo bloccato per un attimo le riprese.
Alla luce dell'affetto di cui gode questa serie, secondo te è possibile che si faccia la terza stagione?
Che io sappia la possibilità c'è. Mi spiego. Nel finale la sceneggiatura lascia un'apertura possibile. Mi piacerebbe fare anche la terza stagione. Per me questa serie è un pezzo di cuore e le persone che ne fanno parte sono diventate tutte importantissime per me. Però non dipende dalla mia volontà. Bisogna ancora aspettare un po' per avere notizie precise.
L'8 aprile è uscito il tuo libro In ascolto. E una raccolta di pensieri e poesie strutturata come una sorta di viaggio in treno.
È un viaggio metaforico e fisico allo stesso tempo. Si articola in quattro capitoli e si conclude con una riflessione sul senso stesso del viaggiare, del muoversi all'interno della propria emotività, dei propri ricordi, dei pensieri.
Nel libro racconti anche la pandemia.
Sì, c'è una poesia che si intitola Pandemia. In realtà, l'ho scritta prima che il termine diventasse così sdoganato. Erano gli inizi, gennaio – febbraio del 2020, quindi prima che ci fosse il lockdown. Quando si iniziava a vociferare di quanto stesse accadendo, vedevo tanto odio, dinamiche quasi animali, persone che se la prendevano gratuitamente con i cinesi. Mi faceva male e ho scritto questa poesia che parla di ciò che accade nelle persone quando affrontano qualcosa di inaspettato. Una pandemia, diciamo, emotiva prima ancora di quella che conosciamo.
Per concludere, ti andrebbe di scegliere una poesia da donare ai lettori di Fanpage.it?
Certo. Si intitola: A pochi metri dal binario.
Siediti al finestrino,
In treno.
Le montagne più lontane
Riesci ad osservarle per diversi minuti
Le case sulle colline
Forse per un minuto soltanto
Bello quell’albero!
E già non lo vedi più
Ma una nuvola
Sembra ti segua da ore.
Ci sono cose che vanno,
Ce ne sono altre che restano.
Non sempre le più vicine
Sono quelle che restano
A volte vanno
E le nuvole, invece,
Restano per sempre.