Max Pezzali: “Le donne? Ho una collezione di 2 di picche invidiabile”
Max Pezzali è il simbolo degli anni '90. Il re assoluto di quel decennio ruggente si confessa a Verissimo, il format condotto da Silvia Toffanin, grande protagonista del pomeriggio di Canale 5. “Gli anni ’90? Il mio decennio formidabile” rivela lo storico artista che con gli 883 ha fatto la storia della musica leggera italiana. “Grazie alle mie lettere d’amore oggi scrivo canzoni”, ha dichiarato e sul futuro della musica: “Attendo il palco di San Siro, voglio poter ritornare a cantare davanti alle persone”.
Le parole di Max Pezzali
L'occasione è relativa alla presentazione di Max90 – La mia storia (Sperling & Kupfer), primo libro di Max Pezzali tutto dedicato al suo grande percorso.
Tento di raccontare un decennio per me formidabile partendo da uno che quegli anni li ha vissuti intensamente, anche attraverso i testi delle mie canzoni, oggetti e situazioni.
I vecchi amori di Max Pezzali
Max Pezzali, il cui ultimo album si chiama "Qualcosa di nuovo", ha raccontato a Silvia Toffanin il rapporto che aveva con le ragazze in quegli anni. Contrariamente a quanto si possa pensare, Max Pezzali ha spiegato:
Ho una collezione di ‘due di picche’ invidiabile. Chi non è fisicamente attraente non arriva immediatamente. Ho imparato la tecnica dell'affabulazione: dove non arrivi con l’aspetto fisico, puoi sopperire con la simpatia e l’intelligenza. Scrivevo lettere d’amore per me è stato un banco di prova essenziale per imparare a scrivere canzoni. Esercitavo la capacità di sintesi per arrivare al cuore dei sentimenti senza dilungarmi troppo.
Max Pezzali padre di un figlio preadolescente
Max Pezzali ha un figlio preadolescente, Hilo. Con lui prova ad avere sempre un rapporto amorevole e sincero, cercando sempre di non creare barriere.
Cerco di non creare barriere, gli faccio capire che di me si può fidare. Sono un papà dolce, mi piace il contatto fisico e abbracciarlo. Lo immagino ancora un bambino, anche se sta crescendo. […] Da ragazzo cercavo di imitare i miei idoli davanti allo specchio, ma nella mia testa mi dicevo che ero un cretino. Quella voce mi aiuta ancora oggi, mi ricorda di non prendermi mai troppo sul serio.