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‘Premier non eletto dal popolo’, Massimo Giletti chiarisce la gaffe: “È scelto da giochi di palazzo”

Il conduttore di “Non è l’Arena” spiega a Fanpage.it l’intento della contestatissima frase pronunciata durante l’intervista alla Meloni, quando ha detto che da anni in Italia non si elegge un presidente del Consiglio: “Sono laureato in legge un minimo di diritto costituzionale lo conosco”. E aggiunge: “Mi piacciono i maestrini che giudicano seduti su una comoda poltrona”.
A cura di Andrea Parrella
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Il bello della diretta sono anche gli errori, le cosiddette gaffe, i lapsus e chi più ne ha più ne metta in termini di sinonimi dello stesso concetto. Massimo Giletti è stato vittima di uno scivolone nel corso della puntata di Non è l'Arena del 13 ottobre, quando nel corso di un'intervista con Giorgia Meloni ha pronunciato una frase che ha generato con effetto pressoché immediato un maremoto di insulti e attacchi: "Sono anni che non eleggiamo un presidente del Consiglio".

Frase mal digerita, sia perché imprecisa dal punto di vista strettamente tecnico (in Italia il premier non viene eletto, ma è nominato dal presidente della Repubblica), sia perché negli ultimi anni il mantra del premier non eletto dal popolo è stato adottato da diverse forze politiche in maniera distorsiva.

Giletti, da ore la massacrano sui social per questa cosa. Lei come risponde?

Ognuno ha i suoi orgasmi. Mi piacciono i maestrini che seduti su una comoda poltrona guardano il programma e, anziché preoccuparsi della battaglia straordinaria contro l'Asl della dottoressa Strano, la dottoressa violentata in guardia medica, si soffermano su queste cose…

Possiamo dire che si sia trattato di un lapsus?

Non è un lapsus, ci si sofferma su banalità. Essendo un laureato in legge, un minimo di diritto costituzionale lo conosco e credo vi sia necessità di andare un po' al di là delle parole.

Quindi volendo andare oltre qual era l'intento della frase?

Quando dico questa cosa intendo dire che i presidenti del Consiglio, da Monti in avanti, son stati tutti nominati da giochi di palazzo. Addirittura parliamo di persone nemmeno elette. Scelte sì dal presidente della Repubblica, ma non dal popolo e credo che il modo in cui l'ho detto fosse chiarissimo. Vuol dire che la nomina del presidente del consiglio passa attraverso scelte di palazzo.

Il suo commento, per molti, resterà comunque una cosa che ha gli abiti del sacrilegio.

Io chiedo di andare oltre la forma e di puntare al contenuto. Io vorrei che il presidente fosse un volto in grado di rispondere al sentire comune degli elettori e che non fosse il frutto di alchimie politiche di palazzo. Diverse nella loro logica negli ultimi anni, ma identiche per nature. E auspico che il prossimo sia davvero scelto in questa chiave. Se vogliamo fermarci al diritto costituzionale è ovvio che c'è un'imprecisione, quando mai gli italiani scelgono il premier? Ma scelgono i rappresentanti che dovrebbero esprimere il premier. E invece il premier viene sempre espresso attraverso altre dinamiche. 

Chi sarebbe per lei l'ultimo presidente veramente scelto dal popolo? 

Silvio Berlusconi.

Dunque lei intende dire che il problema della sua frase sta nel non comprendere il contesto?

Certo che la frase va contestualizzata, non è che ci sia stata una domanda e poi una risposta, ma una considerazione inserita in un contesto di conversazione. Era ovvio che nel confronto con la Meloni si potesse arrivare a trattare quel punto. E io su quel punto la penso così. 

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