Massimo Giletti: “Sono stato vicino a mio padre quando è morto, penso a chi oggi non può farlo”
La puntata di Non è l'Arena del 15 marzo non poteva che essere segnata dall'emergenza coronavirus, nei temi trattati e di fatto, vista l'assenza di pubblico in studio. Il conduttore ha dedicato l'apertura di puntata ad un monologo di apertura in cui ha incrociato la questione dell'emergenza sanitaria ad una vicenda personale a lui capitata di recente, la scomparsa di suo padre:
Lavorare nel nulla non è facile, anche perché è un programma particolare in cui sentire le persone vicine è importante. Questo vuoto, questo silenzio, questo nulla che ci circonda, mi ha fatto venire in mente una riflessione particolare. Io ho perso mio padre il 3 gennaio e probabilmente se non lo avessi perso non direi queste cose. Ho avuto la fortuna di potergli stare vicino fino all'ultimo, era in terapia intensiva dove magari adesso ci sono persone in condizioni disperate, ho avuto la fortuna di abbracciarlo, baciarlo, ho potuto fargli capire che ero lì e in questo momento penso a chi questo privilegio, che fino all'altro giorno appariva normale, non ce l'ha. Penso a storie di persone che dopo decenni di matrimonio insieme se ne sono andate insieme uno a poche ore di distanza dall'altra. Quando sento la protezione civile dare il numero dei decessi, ricordo che di là ci sono sempre persone. Boris Johnson pensa che siano vecchi, ma io continuo a pensare siano persone. Parlo di persone che hanno costruito questo paese, che grazie alla loro pensione hanno spesso contribuito a tenerlo in piedi, aiutando i propri nipoti. Quello che voglio dire è che se forse in questi anni si fosse investito di più in sanità, avremmo potuto salvare queste molte di queste persone.
Il padre del conduttore televisivo, Emilio Giletti, è scomparso lo scorso 3 gennaio ed è stato un noto imprenditore nella zona del biellese, proprietario dell'azienda di famiglia, la Giletti S.p.a., tra le principali produttrici di filati al mondo. Aveva 90 anni.