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Marina Nalesso, la giornalista di Cristo anche oggi conduce il Tg1 con il crocifisso

Marina Nalesso sfida l’opinione pubblica e anche oggi, dopo le polemiche infuriate ieri, sfoggia un Rosario al collo nel corso dell’edizione del Tg1 delle 13.30. Una edizione molto delicata, dato che si parla delle notizie che arrivano in tempo reale da Genova, dove è crollato il Ponte Morandi, un pezzo del viadotto Polcevera dell’A10. I nostri lettori la sostengono: “Ognuno è libero di credere in ciò che vuole, quello che manca è il rispetto del credo altrui”.
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La chiameremo "la giornalista di Cristo". Marina Nalesso sfida l'opinione pubblica e anche oggi, dopo le polemiche di ieri, sfoggia un Rosario al collo nel corso dell'edizione del Tg1 delle 13.30. Una edizione molto delicata, dato che si parla delle notizie che arrivano in tempo reale da Genova, dove è crollato il Ponte Morandi, un pezzo del viadotto Polcevera dell'A10. Già ieri, il gesto di Marina Nalesso aveva scatenato la rabbia di blog e di telespettatori di altre religioni e degli atei agnostici.

Il sostegno degli spettatori

"Semplicemente ridicolo creare un caso. Ognuno è libero di credere in ciò che vuole, quello che manca è il rispetto del credo altrui". Tantissime le testimonianze in sostegno e favore di Marina Nalesso e della sua scelta di condurre il telegiornale con un crocifisso e un Rosario al collo. Altri obiettano: "In un paese come il nostro, in cui si vedono le peggiori porcherie, c'è chi si scandalizza per un crocifisso. Mi preoccuperei di altro". E ancora: ”È un gesto d'amore, per tutto questo occorrerebbe più tolleranza". 

La conduttrice a Fanpage.it

Già nel settembre 2016, quando Marina Nalesso fu colpita dalle proteste la prima volta (un tweet dei Radicali chiedeva che il Tg1 non diventasse Tg Vaticano) per testimoniare la sua fede, la conduttrice veneziana, pur non potendo rilasciare interviste senza il consenso della sua azienda, lasciò a Fanpage.it un breve commento: "L'ho fatto per fede, per dare una testimonianza. Vi chiedo scusa, adesso, perché a noi giornalisti Rai non è permesso rilasciare interviste senza autorizzazione". Centrale a questo punto è il dibattito sulla garanzia del pluralismo confessionale, sulla protezione dell'individuo e sulla tutela della propria fede, qualunque essa sia.

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