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Marina Nalesso conduce di nuovo il Tg1 con il Rosario e il crocifisso, è ancora polemica

La giornalista ha condotto di nuovo il Tg1 con un vistoso Rosario al collo, nell’edizione odierna delle 13.30. È polemica anche questa volta ma non c’è divieto nel nostro Paese che imponga alla giornalista di non testimoniare la sua Fede. La stessa Costituzione, inquadrando il nostro Stato come laico e aconfessionale, garantisce “la protezione della coscienza di ogni persona che si riconosce in una fede”. In casi come questi, basterebbe solo un po’ di buonsenso.
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Oops, i did it again! Marina Nalesso lo ha rifatto: infervora la polemica ancora una volta con la conduttrice del Tg1 che è tornata a sfoggiare davanti alle telecamere per l'edizione odierna delle 13.30, un vistoso Rosario con crocifisso al collo. Il gesto ha scatenato ancora una volta la rabbia di blog e telespettatori di altre religioni o semplicemente agnostici: "La Rai non è Telepace!". La giornalista aveva già esibito un vistoso crocifisso e delle medagliette raffiguranti la Vergine Maria nel 2016. Anche in quell'occasione si scatenarono polemiche, la giornalista, raccontando proprio a Fanpage.it la sua versione, riferì di essere stata semplicemente "testimone di Fede". Anche oggi, la Nalesso ha voluto testimoniare la sua appartenenza alla Fede cristiana.

Una nuova polemica

Dal crocifisso nelle scuole fino a quelle in televisione. Non va giù a molti la scelta di Marina Nalesso di presentarsi con il crocifisso in diretta, proprio nel Tg1 delle 13.30. Già Famiglia Cristiana aveva scritto in suo favore, attaccando "i talebani del laicismo" e i Radicali che, via twitter, facevano notare come fosse un "TG di una tv pubblica e laica, non un TG Vaticano". La conduttrice veneziana, pur non potendo rilasciare interviste senza il consenso della sua azienda, a Fanpage.it disse di aver voluto dare comunque testimonianza. Del resto, non c'è divieto nel nostro Paese che imponga alla Nalesso di non farlo. Negli altri paesi europei, in Norvegia ad esempio, è espressamente vietato ai giornalisti esporre segni religiosi di alcun tipo. In Inghilterra, per un caso analogo, non fu preso alcun tipo di provvedimento.

Laicità dello Stato, cosa dice la Costituzione

Ritorna quindi il dibattito sulla religione e sulla libertà di professarla: è giusto che una giornalista e conduttrice di un telegiornale della Tv di Stato, uno Stato che si definisce laico e aconfessionale, testimoni in questo modo la sua Fede in diretta televisiva? La Costituzione può venirci incontro (o forse ingarbugliare ancor di più le cose). Gli articoli 7 e 8 della nostra Costituzione riconoscono lo Stato italiano come una "Repubblica democratica laica e aconfessionale", vale a dire che in Italia una religione ufficiale non c'è. È uno Stato laico, ma il concetto di laicità non è inteso come un'indifferenza nei confronti delle religioni quanto più come una eguale tutela di qualsiasi sentimento religioso. Per questo, sono garantiti il pluralismo confessionale, ossia la protezione della coscienza di ogni persona che si riconosce in una fede e il divieto di discriminazione fra culti. Siamo in un campo apertissimo. Tecnicamente alla Rai nessuno può vietare o imporre nulla, né di costringere la Nalesso a non professare la sua Fede tantomeno l'inverso. In casi come questi, basterebbe solo un po' di buonsenso. 

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