Maria Cristina Maccà, la figlia di Fantozzi ha paura: “Fatemi lavorare come tanto tempo fa”
Maria Cristina Maccà rischia di finire in miseria sotto un ponte perché non bastano i risparmi di una vita di lavoro e non bastano gli aiuti dello Stato. E allora si accendono per lei i riflettori di Domenica Live – dopo l'intervista al Corriere della Sera – e la grande disponibilità di Barbara D'Urso che, in questo momento così difficile per l'attrice, decide di darle spazio: "Mi sostengo da sola con i pochi risparmi che mi sono messa da parte, ma i risparmi finiscono. Vorrei tornare a lavorare come facevo prima, solo questo".
La confessione di Maria Cristina Maccà
Barbara D'Urso le concede pochi minuti in scaletta, subito dopo il blocco delle 18. Sono minuti preziosi che Maria Cristina Maccà prende per spiegare la sua situazione. Una situazione poco serena perché i pochi risparmi accumulati stanno ormai finendo:
Non lavoro più. Non riesco più a lavorare come prima perché non faccio parte di un sistema. In 35 anni di dura gavetta, non credo di aver capito che cosa sia veramente il mondo dello spettacolo. Quello che conosco molto bene, è il lavoro dei lavoratori dello spettacolo che sono disposti a fare mille sacrifici per raggiungere un obiettivo, per sopravvivere, almeno per quanto mi riguarda.
La carriera di Maria Cristina Maccà
Maria Cristina Maccà è nata il 2 maggio 1967 a Vicenza. Inizia giovanissima a recitare nella compagnia teatrale "La baracca" diretta dal maestro Renato Stanisci. Si diploma all'Accademia nazionale d'arte drammatica Silvio D'Amico e si diploma nel 1991. Si specializza nei ruoli da caratterista e studia e interpreta i principali classici: Pirandello, Moliere, Sartre, Eliot, Euripide, Eschilo, Griboedov, Brecht, Feydeau. Esordì al cinema diretta da Liliana Cavani in "Dove siete? Io sono qui" nel 1993. Poi i grandi successi con Paolo Villaggio, ereditando il ruolo di Mariangela Fantozzi e della figlia Uga da Plinio Fernando girando il film "Fantozzi – Il ritorno" per la regia di Neri Parenti nel 1996.