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“Marco Vannini stava morendo, Ciontoli disperato per paura di perdere il lavoro” (VIDEO)

Chi l’ha visto torna a parlare del caso del ragazzo ucciso a Ladispoli da un colpo di pistola, per cui sono indagati la fidanzata e i suoi familiari. Dopo la conferenza stampa dei legali dei Ciontoli, il programma mostra la testimonianza dell’infermiera e del barelliere che portarono Marco in ospedale, dimostrando che il ritardo incredibile nei soccorsi è stato fatale.
A cura di Valeria Morini
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A "Chi l'ha visto?" si torna a parlare ancora una volta del caso di Marco Vannini, il 20enne rimasto ucciso lo scorso maggio a Ladispoli in circostanze non ancora chiarite. Vannini si trovava nella casa della sua fidanzata Martina Ciontoli, quando un colpo partito dalla pistola di Antonio, padre della ragazza, ha ferito a morte il ragazzo, che è deceduto dopo ben tre ore di agonia. Cinque sono gli indagati, un’intera famiglia accusata di omicidio (Antonio, Martina, la madre di lei Maria, il fratello Federico e la compagna di quest'ultimo Viola Giorgini). Ad aggravare le loro posizioni, quella chiamata al 118 che è stata subito annullata, rallentando così in modo fatale i soccorsi. La scorsa puntata del programma di Raitre ha mandato in onda la registrazione della telefonata, in cui si sentono distintamente i lamenti di Vannini, che grida "Ti prego, basta". Stasera, 23 dicembre, Federica Sciarelli ha proposto materiale inedito sul caso, su cui si sta investigando da ormai sette mesi. Ospiti in trasmissione, i familiari di Marco Vannini.

La risposta dei Ciontoli: "Ecco il nostro dolore"

Nel pomeriggio, gli avvocati dei Ciontoli Andrea Miroli e Pietro Messina hanno tenuto una conferenza stampa per rispondere ai filmati mostrati la settimana scorsa proprio a "Chi l'ha visto", in cui Antonio, Martina e Viola manifestavano una freddezza inquietante durante l'attesa nella caserma di Civitavecchia. I legali, invece, hanno mostrato altre parti del filmato (lungo, in tutto 4 ore) che mostrano i Ciontoli in lacrime, per dimostrare che "Una manifestazione di un dolore in questo documento c’è stata ed è forte. Una persona può più o meno dimostrare il proprio dolore e questo documento testimonia che lo hanno esternato".

Il programma di Raitre mostra però un altro momento dello stesso video, in cui Martina asserisce che "Marco voleva morire" perché "si sentiva fallito", quasi a cercare una giustificazione al fatto. Una tesi, quella dello stato d'animo di Marco, che viene puntualmente smentita dalla madre e dal fratello di Vannini.

L'infermiera: "I Ciontoli non hanno detto subito la verità"

"Chi l'ha visto" fornisce inoltre una ricostruzione della testimonianza data dall'infermiera che ha soccorso Marco:

Il ragazzo era rivolto con la testa in direzione delle scale, una donna gli stava tenendo le gambe sollevate. Lui era cosciente, confuso e agitato ed era in grado di aprire gli occhi a comando; inoltre, è stato in grado di dirmi il suo nome. Alla richiesta di spiegazioni, Ciontoli Antonio mi disse che si era ferito accidentalmente con un pettine a punta nel bagno e si era spaventato. Marco è stato affidato al medico, secondo cui non c'era compatibilità tra la ferita e le spiegazioni date dalla famiglia. Più tardi, ho sentito il medico dire che in realtà Marco era stato ferito da un colpo di pistola. Ciontoli era lì, piangeva. Mi sono avvicinata a lui chiedendogli perché non mi aveva detto la verità. Mi disse che aveva paura di perdere il lavoro.

Segue un'altra testimonianza, quella del barelliere accorso con l'ambulanza, che conferma tutta la prima parte della dichiarazione dell'infermiera. Una volta trasportato Vannini in ospedale, Ciontoli è giunto sul posto poco dopo.

Ho udito il campanello suonare, era lo stesso uomo che avevamo incontrato nella casa, Ciontoli. Mi ha detto di essere un carabiniere e che necessitava di parlare con il medico di turno. Quando questi è tornato dal colloquio con Ciontoli ha detto ai presenti che il ragazzo era stato ferito da un'arma da fuoco. È subito giunto l'elicottero, sono entrati i genitori di Marco che l'hanno visto per un attimo e il ragazzo è stato portato via. Io e l'infermiera siamo rientrati ma pochi minuti dopo l'elicottero stava tornando indietro.

Il mezzo è tornato subito indietro perché Marco era già in arresto cardiaco. Le testimonianze chiariscono dunque la dinamica dei fatti: la famiglia Ciontoli ha atteso molto tempo prima di raccontare quello che era successo. Appare chiaro che, se soccorso prima, Marco avrebbe potuto salvarsi.

Il legale dei Vannini: "Lo sparo è stato volontario"

In chiusura del servizio, parla l'avvocato della famiglia Vannini, Celestino Gnazi:

Abbiamo dubbi sull'autore dello sparo, ma certamente non sulla volontarietà dello sparo. Ciontoli ha dichiarato che era convinto che l'arma fosse scarica ma è impossibile. Lui dichiara di aver "scarrellato", e questo prova che non poteva non sapere che fosse carica. Non accetteremo mai la sua spiegazione. 

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