Marco Giallini padre apprensivo: “Controllo whatsapp per vedere se i miei figli sono online”
Marco Giallini è stato ospite della puntata di ‘Verissimo‘ trasmessa sabato 2 marzo. L'attore ha raccontato la sua storia, spaziando dalla carriera alla vita privata. Prima di cominciare, però, ha precisato il motivo per il quale faceva fatica a parlare: "Ho il bite per un incidente in moto che ho fatto anni fa, un incidente abbastanza grave e ogni tanto mi serve tenere il bite per il palato".
Il ricordo dei genitori
Marco Giallini ha iniziato a raccontarsi, partendo dal ricordo dei genitori. Era molto legato a loro. Gli hanno insegnato che non c'è bisogno di essere duri con i figli per poterli educare a dovere: "Ero un bambino vivace ma non ho mai fatto passare cose gravi ai miei. I miei genitori Antonio ed Elsa erano persone stupende. Mio padre non mi ha mai sfiorato con un dito. Avevo un papà bello, senza un filo di pancia. Una volta diedi una sculacciata al piccolino e mia moglie mi trovò in bagno che facevo un ‘crash test', mi davo delle pacche sul sedere per capire se gli avessi fatto male. Questo proprio perché non ero abituato alla violenza".
L'amore per i figli
Marco Giallini è orgoglioso dei suoi figli Rocco e Diego, avuti dalla moglie Loredana scomparsa nel 2011. Come tutti i papà è anche molto apprensivo e quando si fa tardi e non sono ancora rientrati, monitora i loro spostamenti su Whatsapp: "Diego, il piccolino, parla come i rapper. Gesticola con le mani. Ho detto che gliele lego (ride,ndr). Si chiamano Rocco e Diego. Rocco è bello come il sole. Da piccoli li tenevo sempre in braccio. Mi è venuta l'ernia. Sono due bellissimi ragazzi, somiglianti tutti e due a mia moglie. Sono bravi ragazzi. Quando è tardi, controllo se sono online su whatsapp e guardo la spunta dei messaggi se non mi rispondono. Sono in pensiero come tutti i genitori".
La gavetta
Infine, Marco Giallini ha dichiarato che ai tempi in cui muoveva i primi passi nel mondo della recitazione, non tollerava il fatto che alcuni addetti ai lavori fossero ruvidi nei confronti di chi provava a vivere della sua passione. Tuttavia, c'erano anche delle eccezioni: "C'erano grandi registi come Ettore Scola che sembrava un papà. Mi diceva ‘Scusa Giallini', si ricordava anche il mio cognome". Nel corso della sua carriera ha lavorato con registi come Marco Risi, Paolo Genovese e Stefano Sollima.