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Marco Columbro: “Per la tv sono morto, dopo la malattia mi hanno dimenticato”

È stato il conduttore più famoso degli anni ’90 ma la tv lo ha progressivamente dimenticato dopo il tragico incidente che poteva costargli la vita. Oggi, Marco Columbro si sfoga in un’intervista: “Ero al top della carriera, poi sono morto per tutti”.
A cura di G.D.
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È stato il presentatore più in vista degli anni '90, le sue trasmissioni erano le più seguite e, tra la fascia pre-serale e la prima serata, tra giochi a premi, varietà e sit-com, il suo nome campeggiava incontrastato nei palinsesti. Poi Marco Columbro fu colpito da una terribile emorragia cerebrale nel 2001, che lo costrinse ad un lento recupero che, pian piano, lo ha eclissato fino a ritrovarsi completamente fuori dai giochi. In una lunga intervista a "Il Giornale", il conduttore e attore si sfoga duramente, lamenta di essere stato abbandonato da tutti proprio quando la sua carriera era al top. Non è la prima volta che Marco Columbro lamenta di essere stato abbandonato, già nel 2013, infatti, inveì contro Mediaset.

In pochi anni avevo ottenuto il massimo che si potesse desiderare. Quando all'improvviso fui colpito da un'emorragia cerebrale. In realtà si trattò un colpo di fortuna: proprio grazie a quell'emorragia, infatti, scoprirono che nel mio cervello covava qualcosa di ben più grave. Un aneurisma. Come dinamite pronta a esplodere. Me ne liberarono e mi salvarono la vita.

Da "Fantastico" a "Buongiorno Italia", da "Bellezze al bagno" a "Buona Domenica" e poi "Paperissima", "Scherzi a parte", "Scommettiamo che…", Marco Columbro è stato anche quel "Caro Maestro" che fece sognare i più piccini. Si trattava di una serie televisiva, per la regia di Rossella Izzo, dove il conduttore interpretava Stefano Giusti, un conducente d'autobus che fa domanda al Provveditorato agli studi ed ottiene una supplenza proprio nella scuola elementare che aveva frequentato da bambino, a Forte dei Marmi.

Dal momento della mia malattia, e nonostante la completa guarigione, pur essendo tornato in piena forma in meno di un anno per i dirigenti Mediaset, come per quelli Rai, io sono ufficialmente morto. Nessuno più m'ha cercato. Mi hanno dimenticato totalmente. Di punto in bianco ero semplicemente sparito. E sono spariti pure loro. La gente comune mi cercava, mi chiedeva: “Ma ora che è tornato quello di prima, perché non torna in tv?”. E io non sapevo mai cosa rispondere.

L'intervista di Marco Columbro prosegue raccontando il sodalizio con Lorella Cuccarini, sua partner per tanti anni, anche lei maltrattata dalla tv:

Io e Lorella assieme sbancavamo. Facevamo 8 milioni di telespettatori a sera. Arrivammo a guadagnarci l'investitura più inattesa, da parte della coppia tv per antonomasia: Raimondo Vianello e Sandra Mondaini, che pubblicamente ci definirono i loro eredi. (…) Lorella è stata una delle poche dell'ambiente a starmi sempre vicina. Una vera amica: sono tuttora molto legato a lei.

Marco Columbro adesso ha intrapreso la strada del teatro ed è in scena a Roma con "Alla stessa ora il prossimo anno" di Bernard Slade, una commedia prodotta nel 1975 e rappresentata per quattro anni di fila a Broadway, al punto da essere considerata la commedia romantica del ventesimo secolo.

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