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Verissimo 2020/2021

Mahmood a favore del Ddl Zan: “La mia famiglia ha compreso, questa legge aiuterà chi è indifeso”

Intervista da Silvia Toffanin a Verissimo, Mahmood si schiera ancora una volta a favore del Ddl Zan a tutela delle vittime di omotransfobia: “Io fortunato perché sono cresciuto in una famiglia che ha saputo capire molte situazioni che altri tipi di famiglie non avrebbero compreso. Questa legge deve essere approvata per difendere chi al momento non riesce a difendersi da solo”.
A cura di Stefania Rocco
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Ospite di Silvia Toffanin a Verissimo, Mahmood si schiera, e lo fa ancora una volta pubblicamente, a favore del Ddl Zan affinché sia la legge a tutelare le vittime di omotransfobia. Un tema che sta a cuore all’artista e per il quale si è più volte battuto, come ricordato dalla conduttrice. Una battaglia, quella a favore del disegno di legge, sulla quale l’artista pone ancora una volta l’attenzione approfittando della vetrina offertagli da Canale5:

Mi sono battuto per questo tema perché credo esistano vari tipi di violenza. Esiste una violenza che nasce dall’ignoranza, da un pensiero sbagliato. Due ragazzi che si baciano e per questo vengono aggrediti nella metro, oppure una ragazza che viene cacciata di casa perché ama una persona dello stesso sesso. È una cosa fortemente sbagliata. Questi ragazzi devono sentirsi sicuri nella società. Io sono stato fortunato perché sono cresciuto in una famiglia mentalmente aperta e che ha saputo capire molte situazioni che altri tipi di famiglie non avrebbero compreso. Credo che questa legge debba essere approvata per difendere chi al momento non riesce a difendersi da solo.

Mahmood: “Anch’io vittima di bullismo”

Lo stesso Mahmood, quando era ancora solo un bambino, è stato vittima di bullismo. Quegli episodi lo hanno segnato a lungo, finché non ha avuto i mezzi per interpretarli e metterseli alle spalle: “Sono stato vittima di bullismo alle medie. Ero un bimbo che viveva nel suo mondo, un po’ cicciotto e con gli occhiali. Una volta il bullo delle medie mi buttò la cartella a terra, gli avevano detto che avevo detto una parolaccia. Quella scena fu un mezzo trauma, ti senti un po’ indifeso, non sai cosa fare e come reagire. L’ho metabolizzata solo una volta cresciuto. È sbagliato pensare che un ragazzo o una ragazza possano difendersi da soli. Ci deve essere una tutela”.

“Mia madre mi ha insegnato che l’amore è libero”

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Parte della sua formazione Mahmood la deve alla madre che lo ha cresciuto da sola trasmettendogli il valore della libertà: “Mia madre mi ha insegnato che l’amore è libero, a prescindere da qualsiasi cosa. Fino all’adolescenza sono cresciuto in una famiglia molto numerosa. Lei ha 12 fratelli, i miei amici erano i miei cugini. Avevamo personalità molto diverse tra noi per cui il fatto di accettare il prossimo è la base nella nostra famiglia. Io ero già abituato in classe, a scuola, ero abituato ad avere situazioni diverse da quelle che vivevo io. Quindi la libertà è un concetto che ho appreso fin da quando ero piccolo”.

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