Luisa cerca la madre che l’ha abbandonata e riceve una lettera dai toni spietati: “Sei solo una ferita”
La puntata di ‘Chi l'ha visto?‘, trasmessa mercoledì 22 novembre, è tornata a parlare della storia di Luisa, una giovane donna che è stata abbandonata dalla madre quando era ancora una bambina. Dopo l'appello fatto ai microfoni del programma di Rai3 per poterla incontrare, ha ricevuto una lettera dai toni durissimi, presumibilmente scritta dalla donna che l'ha messa al mondo.
La storia di Luisa e l'appello alla madre naturale
Luisa fa la parrucchiera a Falcade, in provincia di Belluno. Si è rivolta a ‘Chi l'ha visto?' per conoscere il nome della madre biologica. Luisa è cresciuta con Lori e Secondo che – sin da bambina – l'hanno messa al corrente di averla adottata. Per loro, la giovane ha avuto parole dolcissime: "Io ho passato un'infanzia bellissima, non mi sono mai sentita diversa dagli altri. Non posso lamentarmi di nulla, non mi hanno fatto mancare niente".
Nonostante l'amore smisurato che prova per i suoi genitori adottivi, le piacerebbe conoscere la madre naturale e si chiede se quella donna le dedichi un pensiero il 6 marzo, giorno del suo compleanno: "Ma lei ogni anno, il 6 marzo si ricorderà di me? Ripenserà a ciò che è successo quel giorno? Ho scritto una lettera al Tribunale dei Minori di Venezia, dicendo che volevo sapere chi fosse la mia mamma biologica. Mi hanno fatto sapere, però, che questa donna non si era presentata in udienza. Fu una grande delusione, speravo di vederla". Nelle scorse puntate, Luisa ha fatto un appello ai microfoni di ‘Chi l'ha visto?', esprimendo il desiderio di poterla riabbracciare. Le sue parole, cariche di speranza, sono state: "Sono passati 29 anni e sono qui che ti cerco. Spero veramente di riuscire a incontrarti. Sono qua che ti aspetto".
Il testo della lettera ricevuta da Luisa
Alcune settimane dopo l'appello, Luisa ha ricevuto questa lettera dai toni durissimi: "Luisa, non ho scelto io di chiamarti così innanzitutto, non ho nemmeno scelto di averti. Per me sei solo la più dolorosa ferita che ho avuto a 18 anni, altro che madre naturale. Ero una ragazza più giovane di quello che sei tu ora. Tutto sognavo e tutto potevo sperare ma non certo la violenza che ho subito e di cui tu sei simbolo. Ricordo i suoi maledetti occhi azzurri. Rispetta la mia privacy. Non sbandierare sui media una storia melensa che non c'è. Rispetta il mio dolore e la mia solitudine. Se avessi avuto anche solo una buona ragione per volerti vedere, avrei risposto agli appelli del Tribunale non trovi? Infine, rispetta anche te stessa e se accetti un consiglio non da una madre ma da una donna ferita, non giocare mai con le vite degli altri e nemmeno con la tua. Ti auguro di crescere nel rispetto, tuo verso gli altri e degli altri verso di te".
La reazione di Luisa alla lettera
Luisa è rimasta profondamente ferita dalle parole scritte nella lettera: "La prima reazione è stata la rabbia, ero incavolata nera. Ogni volta sento un pugno allo stomaco, soprattutto quando la rileggo e sono da sola perché sono parole forti. Poi rileggendola, più che essere arrabbiata, sono rimasta male. Inizialmente ho pensato che potesse essere uno scherzo, però, no secondo me è lei a scrivere. Questo è stato il rifiuto che ha fatto più male di tutti. Ha proprio messo un muro altissimo. È brutto quello che ha subito, ma io che colpa ne ho? Non mi va di essere un dolore per qualcuno".
La risposta del Patriarca di Venezia, monsignor Francesco Moraglia
Ai microfoni di ‘Chi l'ha visto?', il Patriarca di Venezia, monsignor Francesco Moraglia, ha rivolto un messaggio di sostegno a Luisa: "Guardando Luisa io dico che la sua eventuale vittoria sarà anche una nostra vittoria, il suo dolore è il nostro dolore. Quel senso di sconfitta e impotenza che prova in questo momento è anche nostro". Poi ha rivolto un pensiero anche alla madre naturale: "Questa signora ha il nostro rispetto perché anche lei è una donna ferita, ferita nel momento alto in cui una donna pensa di incontrare l'amore e la scintilla che dà la vita. Questa donna deve prendersi i suoi tempi, i suoi momenti. Credo sia anche un cammino a favore della donna, della maternità, della nostra società, quello di riuscire a recuperare situazioni in cui la donna è stata offesa, violata e violentata".