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Luciana Littizzetto e lo stronzo, quando ci vuole ci vuole

Secondo appuntamento per Luciana a Quello che (non) ho, che si ritrova a spiegare cosa sia uno stronzo.
A cura di Laura Balbi
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Secondo appuntamento per Luciana a Quello che (non) ho, che si ritrova a spiegare cosa sia uno stronzo.

Luciana Littizzetto capitolo II a Quello che (non) ho. Mette da parte il tono serio di ieri, quando ha parlato della parola donna, e si occupa questa volta di qualcosa di ben più leggero, lo stronzo! "Nella vita ci sono cose che si risolvono solo con un vaffanculo" spiega la comica citando una delle sue migliori battute. Lucianina non ne può più delle parolacce soffocate, quelle dette e non dette: "Non sopporto chi dice Vaffanbrodo, o porca trota!" Insomma per definire lo stronzo, non si può prescindere da alcuni esempi, ma gli esempi sono un'arma a doppio taglio, perché si può scivolare in men che non si dica nella denuncia. Luciana risolve così: "Ma Crudelia Demon posso dirlo o mi parte la denuncia come se dicessi Santanché?" Il pubblico inizia a seguire la sua onda travolgente. Le spiegazioni di Luciana vanno dirette al punto quando spiega: "Lo stronzo è un cretino che decide di essere furbo e fa la porcata. Lo scemo non fa niente perché è il gradino prima del cretino invece per diventare stronzi ci si laurea, e non basta una laurea in Albania per essere stronzi. Lo stronzo non è solo cretino perché è cattivo intenzionalmente." Il riferimento ai fatti del Trota sono eloquenti. Così via con le definizioni di stronzi oggettivi e cose stronze.

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