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Luciana Littizzetto ai No Vax: “Basta alibi della sfiga, non vogliamo fare Natale in tre a tavola”

Luciana Littizzetto a Che Tempo che Fa indirizza una lettera ai No Vax. Un lungo monologo, che è al contempo un invito a riflettere e a guardare oltre alla bolla delle proprie posizioni personali, in vista dell’aumento dei contagi che l’arrivo delle feste sta portando con sé.
A cura di Giulia Turco
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Nella puntata di Che Tempo Che fa di domenica 21 novembre, Luciana Littizzetto sul bancone di Fabio Fazio ha indirizzato una "lettera telegramma" agli italiano No Vax. Un lungo testo che la torinese ha scritto per affrontare con pungente ironia il preoccupante aumento dei contagi da Covid 19 che si stanno registrando in Europa in vista delle feste. "Ve lo scrivo come se fosse un telegramma", perché il messaggio arrivi dritto al punto. "Aiutiamoci. STOP. Facciamoci il più bel regalo di Natale. STOP Cerchiamo di avere cura di noi, dei nostri cari, e delle persone più fragili. STOP. Vacciniamoci. STOP Vogliamo tutti che finisca. STOP. STOP. STOP."

La lettera telegramma di Luciana Littizzetto ai No Vax

Un lungo monologo che è al contempo un invito a riflettere, a guardare oltre la bolla delle proprie posizioni. Rispettando l'idea che non tutti possano essere disposti a sottoporsi al vaccino, la Littizzetto chiede almeno di non affollare le piazze, di non manifestare con la violenza, di ricordare che se il diritto alla manifestazione gli è concesso è perché finora tanti di noi hanno accettato di stare alle regole. Il pensiero va al Natale 2020, il più triste degli ultimi decenni, quello segnato dalla strage di Bergamo, alle file di jeep che trasportavano salme. Va banalmente al clima di festa al quale tutti abbiamo rinunciato.

Cari no vax, ormai ho capito che non cambierete mai idea, che per voi il vaccino è respingente come i Maneskin per Pillon.

Se dopo aver visto la gente crepare, i medici e gli infermieri vestiti da apicoltori lasciarci la pelle, le file di jeep a Bergamo, gli amici contagiati che ora hanno i polmoni di Macramè, se dopo aver visto chiudere milioni di negozi, serrare i cinema, i teatri, le discoteche, aver visto la gente morire di altre malattie perché gli ospedali erano pieno di urgenze, se neanche le parole di Soeranza (inteso non come virtù, ma come ministro) che a vederlo sembra sempre più Dracula, fine. Prendiamo atto.

Però vi chiedo una cosa: veniamoci incontro (a due metri di distanza). Evitate almeno di manifestare, di assembrarvi, lasciate libere le piazze, tanto io ve lo dico: il Green pass non lo leveranno, perché è l’unico modo che abbiamo per consentire alla nostra economia di non andare gambe all’aria. Anzi, voi potete manifestare proprio perché la maggior parte di noi ha il Green pass, se no sareste tutti chiusi in casa a pisciare i cani con la carrucola dai balconi.

Quello che vi chiedo è di comprendere le nostre di paure, di pensare un attimo anche a noi “Sì vax”. Provate a capire quanto ci rode a noi dover vedere altre chiusure, dover fare pure la terza dose perché il virus continua a gironzolare. Noi vaccinati siamo più o meno 47 milioni, se scendiamo in piazza noi la Lamorgese deve mandare altro che la polizia.

Vogliamo fare un Natale come l’anno scorso solo tra congiunti, in tre a tavola ma con sanguigni, in sei con addosso la rete anti grandine, in otto solo se gemelli siamesi?

Ce le ricordiamo quelle fabbriche chiuse, gli stipendi che non c’erano più, le piccole imprese fallite? Vogliamo fare la settimana bianca in casa sciando sulla moquette, girando con le ciaspole e festeggiando il capodanno in cabina armadio, soli? Perché adesso non abbiamo più l'alibi della sfiga, quello che succederà è tutto nelle nostre mani e nei nostri avambracci.

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