Lory Del Santo, la morte del piccolo Conor e il punto più basso toccato da Domenica Live
Non ce l'ha fatta Lory Del Santo a resistere alle lacrime e alla verità. Chiamata per l'ennesima volta da Barbara D'Urso per parlare del lutto subito, la morte del piccolo Conor, figlio nato dalla relazione di Eric Clapton, la Del Santo comincia ad emozionarsi e a perdere la calma e la compostezza. Si tradisce quando, dopo un filmato che mostra direttamente le immagini del piccolo Conor tra le braccia del padre e tra le sue braccia, finisce in lacrime e non riesce a parlare. Momento di impasse, la Del Santo non ce la fa più e prova a tornare in sé: "Non devo piangere perché ti devo raccontare un sacco di storie inedite".
Quel "ti devo raccontare un sacco di storie inedite" sembra quasi frutto di un accordo, un momento che tradisce una certa orchestrazione dei sentimenti alla quale "Domenica Live" ci somministra ormai da anni. Un momento di spettacolarizzazione del dolore – che proseguirà con il caso di Lorenzo Crespi — che poteva essere evitato. Le parole di Lory Del Santo, le ennesime, sul lutto subito, sul ricordo di suo figlio Conor in questa sede non le riteniamo importanti.
La spettacolarizzazione del dolore, l'ennesima, sulla morte di Conor, un fatto che 27 anni fa sconvolse tutto il mondo dello spettacolo, è una cosa che fa male, da spettatori. Una televisione che non riesce ad andare oltre la messa in piazza delle emozioni è una televisione vuota, sorretta su fondamenta di sabbia. Una domenica triste per la storia di "Domenica Live che tocca forse il punto più basso andando a ripescare anche un'altra perla dal passato: le abilità di Giucas Casella con l'ipnosi a Vladimir Luxuria. I numeri – per adesso – danno ancora ragione a questo modo di intrattenere e confezionare, a questo tipo di proposta, ma sia chiaro che questa è una domenica che intrattiene in modo miserabile.