L’orgoglio tamarro di Pio e Amedeo, questo è il vero volto di Canale 5
Il successo di Felicissima Sera è la notizia migliore che Canale 5 potesse aspettarsi. Non si tratta solo di numeri, ascolti, share, quelle sono cose che si dimenticano presto. È soprattutto una questione di orgoglio, rivendicazione di identità: Pio e Amedeo sono tamarri, non hanno paura di dirlo, lo ribadiscono con fierezza. Ci hanno costruito una carriera (come sul catcalling, lo hanno ammesso loro) e al momento del loro primo show non ci provano nemmeno a ripulirsi, fingere che oltre ad Emigratis ci sia di più. Loro sono quello e si sforzano di perseguire una filosofia di vita secondo la quale, sotto una coltre di sovrastrutture, ognuno di noi coltiva in realtà un animo triviale, spudorato, che pensi ad una sola cosa e basta (inutile dire cosa). Se Checco Zalone si è dovuto trasferire al cinema per portare a compimento questo piano, loro il blitz lo fanno in casa: in televisione.
Pio e Amedeo funzionano perché hanno coniato una spocchia al contrario. La loro alterigia non è raffinata, non "profuma di sinistra", non cerca il vezzo artistico. Loro dicono di essere così e danno per scontato che la cosa valga per chiunque. Se l'interlocutore prova ad opporsi, si tratti di Baglioni, De Gregori, Achille Lauro o chiunque altro, Pio e Amedeo lo accettano, facendo capire con un ammiccamento complice di sapere che è tutta scena. La puzza sotto al naso è double face e loro si sono impossessati dell'altra faccia. Dicono ai loro adoratori "noi siamo tamarri e lo siete anche voi, pure se provate a nasconderlo".
Pio e Amedeo sono il prodotto di Canale 5
La vera cifra di novità dello show di Pio e Amedeo non risiede nella struttura del programma, che nulla ha di innovativo. Anzi, si può dire che il format in sé, con il tentativo di parodiare gli show di Barbara D'Urso e Fabio Fazio, sia la cosa più prevedibile di questo Felicissima Sera. La notizia vera è che per la prima volta da molto tempo a questa parte la prima rete Mediaset può rispecchiarsi in un programma che è perfettamente in linea con la sua identità. E che non deve vergognarsene, in quanto Pio e Amedeo sono, culturalmente e anagraficamente parlando, il prodotto generazionale di Canale 5.
Sono loro a dire che il re è nudo appena entrati a casa del re. Sono loro a descrivere senza pietà l'anima grezza del pubblico di Canale 5, smontando ogni pretesa elitaria e disinnescando il meccanismo dello show di prima serata con le ambizioni artistiche. Sono loro a portare Gianni Celeste e Alessio in prima serata, associando dei volti a quegli inni della musica neomelodica che in tanti conoscono pur non avendo il coraggio di dirlo. Sono loro a guardare la telecamera e dire: "Rai1, gente così te la sogni".
Come Bonolis e De Filippi
Canale 5 per anni ha avuto un problema di identità, l'imbarazzo di non poter ammettere ciò che tutti sapevano, nascondendo un segreto di Pulcinella ampiamente noto e lanciandosi in squilibrati tentativi di imitazione dell'intrattenimento altrui. Ma non è un caso che a Cologno Monzese riesca tutto ciò che si sveste di boria. Ci riesce Paolo Bonolis, che pesca tra i rifiuti di una discarica (il popolino) in abito da sera; ce la fa Maria De Filippi, che è in grado di capire e raccontare chiunque, anche gli ultimi, riuscendo persino a trovar loro un lavoro; e ci riescono Pio e Amedeo, che dicono "noi questo siamo, esattamente uguali a voi".