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Lo sport nazionale di prendersela con la Rai

Nella surreale situazione della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina, il popolo di internet ha scelto un altro bersaglio per le critiche oltre a Genny ‘a carogna, ovvero i giornalisti di RaiSport, il cui unico errore è stato parlare troppo, anziché preferire il silenzio.
A cura di Andrea Parrella
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Basta prendersela con la Rai. Non nel senso di un'esortazione a non farlo più, ma nel senso che la cosa pare essere sufficiente ad accontentare tutti i nostri capricci. Rai che, questa è quasi una legge innegabile, scopre il contrappasso di una certa difficoltà al rinnovamento con la sfiga di ritrovarsi sempre e puntualmente ad occuparsi di partite come Napoli-Fiorentina. Inutile stare a riepilogare quanto accaduto sabato sera, con gli spari prima della partita, i feriti gravi, l'indecisione di calciatori e società, il possibile veto non applicato dalla curva, che ha dato il suo bene placito a giocare. Ma scorrendo le bacheche e i trend di Twitter una cosa è parsa evidente: l'intolleranza incondizionata (forse aprioristica?) che il pubblico sportivo e occasionale ha maturato nei confronti di RaiSport. Il cronista Andrea Fusco e i suoi colleghi a bordo campo non si sono di certo aiutati, proponendo a manetta e col tono funereo che "comunque vada abbiamo già perso", contribuendo a creare un'atmosfera che definire imbarazzante è poco.

Ma in fondo il concetto era giusto, perché si sa benissimo che se la partita non fosse stata giocata staremmo qui ad indignarci comunque per un manipolo di prepotenti che hanno deciso al posto di tanti. E' andata che si è giocata la partita ed il fatto, sommerso dall'agonismo, è regredito allo stato di un alert sul cellulare per ricordarsi di manifestare indignazione dopo la partita.

E' bene che RaiSport, ammesso che non l'abbia già fatto, cominci ad accettare l'idea di essere inesorabilmente destinata a fare da valvola di sfogo, al ruolo di sparring partener, il solo ente nei confronti del quale scateniamo lo spirito critico inesistente o desaparecido quando sarebbe davvero il caso di cambiare canale. Ad un certo punto, durante la cronaca di Napoli-Fioreninta, pareva che la colpa dei feriti gravi e di una spiegazione che non si riusciva a dare ai fatti che si susseguivano (e che nessuno, nemmeno il mare di internet, stesse riuscendo a raccontare in modo più dettagliato) fosse da addossare a Fusco, Failla e Civoli, che si stessero dando comunicazioni parziali riguardo le condizioni del ferito grave per alleggerire la tensione.

Nell'ipocrita approssimazione collettiva dello scontro di pareri ci sono andati di mezzo i giornalisti Rai che, sotto pressione e forse senza troppo talento, non hanno saputo evitare di parlare troppo e a vanvera, quando la sola cosa che ci sarebbe voluta davanti a fatti come quelli di sabato sera, sarebbe stata di non dire nulla. Ma la loro colpa, se ce l'hanno, si ferma qui. Nell'attesa che con i mondiali si possa tornare a praticare lo sport nazionale dell'odio incondizionato a RaiSport, si sottolinea che forse molti altri avrebbero raccontato la partita e il resto così come è stato fatto. E molti altri non vuol dire chiunque.

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