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Lo sketch di Cattelan e Burioni ci dice cosa manca alla Rai

A “E Poi C’è Cattelan” il conduttore e il noto medico danno vita a “La Laurea su Facebook”, uno sketch potentissimo, scomodo e divisivo, impossibile in Rai. Vi immaginate la polemica in vigilanza del giorno dopo o le immancabili strumentalizzazioni politiche sul tal conduttore strapagato per dare degli imbecilli ai telespettatori?
A cura di Andrea Parrella
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Che Alessandro Cattelan fosse un conduttore dotato, fantasioso e che il suo late-show "EPCC" avesse grandi potenzialità, erano cose piuttosto evidenti. Quest'anno quelle potenzialità stanno esplodendo definitivamente. Cattelan e i suoi stanno invadendo campi apparentemente inaccessibili per un late show votato all'intrattenimento. Per farla breve, "E Poi C'è Cattelan" si sta prendendo delle responsabilità. 

Ne è un chiaro esempio la presenza del professor Roberto Burioni nella puntata del 14 marzo. Comunque la si pensi, Burioni è un personaggio pubblico di rilievo, reso noto dalle sue battaglie a difesa di capisaldi scientifici (su tutti quello dei vaccini), con l'intento di combattere la tendenza al disprezzo e alla sfiducia verso la cultura del sapere, sempre più spesso messa in discussione. Una battaglia scomoda, divisiva, alla quale Cattelan ha contribuito senza seriosità, seguendo la via più naturale per il programma: l'ironia. Così nasce "La Laurea su Facebook", un video più semplice da vedere che da commentare.

La leggerezza dei toni conferisce a un messaggio già di per sé fortissimo, un'incredibile potenza, trasformandolo in un pezzo di tv destinato prevedibilmente al rullo di Blob.

Complimenti al programma a parte, in relazione a questo sketch sovviene un'altra considerazione, connessa all'emittente che trasmette EPCC. Sky, dovendo rispondere solo ad abbonati e inserzionisti pubblicitari, attiva un antivirus automatico per i suoi programmi, li protegge e ne tutela la libertà di espressione, pur quando si tratta di argomenti e approcci divisivi come quello adottato con l'ospitata di Burioni (per capire il sentiment scaturito dalla gag basta dare un'occhiata ai commenti al video su Facebook). Impossibile non pensare al fatto che lo stesso discorso, applicato alla Rai, identificata come il luogo di futura consacrazione professionale Cattelan, sarebbe quantomeno improbabile.

E ne sa qualcosa Fabio Fazio, volto di uno show facilmente accostabile a quello di Sky per il genere di programma e, soprattutto, per i valori, in fondo molto simili, di cui le due trasmissioni si fanno portatrici. Per approssimazione li definiremmo valori di sinistra, per quanto sia una approssimazione rischiosa e pure piuttosto impopolare di questi tempi.

Proprio con Fazio si è visto, specie all'inizio della stagione in corso, come questi valori, intrecciati ad altre polemiche, abbiano reso difficilissimo il suo primo anno a Rai1. Il conduttore è stato martoriato per il suo buonismo, la morbidezza e incapacità di affondo nelle interviste, ma soprattutto il presunto accostamento al governo uscente e in particolare a Renzi, oltre a motivi che niente hanno a che fare con la qualità di un programma tv, ad esempio il suo guadagno.  Polemiche che hanno messo in discussione l'autorevolezza e il seguito acquisiti da Fazio nel corso di più di dieci anni di messa in onda di Che Tempo Che Fa.Polemiche che hanno pesato sugli ascolti, in ripresa ma ancora altalenanti.

Disegnato questo scenario si capisce facilmente perché la gag con Burioni sarebbe un miraggio in Rai. Si vede già, in lontananza. la querelle del giorno dopo in commissione di vigilanza, gli effetti possibili di una bella discussione animosa sui social, magari alimentata e strumentalizzata politicamente da questo o quell'altro partito che accusano il tale conduttore "strapagato per dare degli imbecilli ai telespettatori". Mix esplosivo di fatti realmente accaduti, che probabilmente inibirebbe sul nascere ogni tipo di impulso a spingere sull'acceleratore. Ecco, la differenza tra Cattelan e Fazio, e tra i loro rispettivi show, non è nello stile, nei temi o nei valori, ma in quello che possono o non possono fare attualmente in tv. E soprattutto come possano farlo.

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