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L’ex brigatista Etro: “Meglio avere le mani sporche di sangue”. Giletti lo caccia dallo studio

A “Non è l’Arena” Massimo Giletti interrompe il dibattito che vede al centro l’ex brigatista Raimondo Etro, dopo che quest’ultimo pronuncia una frase irricevibile: “Meglio avere mani sporche di sangue, ma provarci”. Etro ha partecipato al rapimento di Aldo Moro e all’assassinio del giudice Riccardo Palma.
A cura di Andrea Parrella
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ùPuntata movimentata quella del 16 febbraio di Non è l'Arena, il programma di La7 condotto da Massimo Giletti. Tra gli ospiti della trasmissione era presente l'ex brigatista Raimondo Etro, condannato a una pena complessiva di 26 anni di carcere per aver avuto un ruolo di rilievo nella pianificazione e l'attuazione del sequestro di Aldo Moro, poi finito con l'uccisione dell'uomo di punta della Democrazia Cristiana, oltre ad aver partecipato all'assassinio del giudice Riccardo Palma, pur essendosi rifiutato di sparare all'ultimo istante.

Etro si trovava negli studi della trasmissione, dove tra gli altri ospiti presenti c'erano Luca Telese e Daniela Santanchè, quando ha pronunciato una frase che ha suscitato immediata indignazione tra i presenti in studio. "Meglio avere mani sporche di sangue ma provarci", ha detto Etro, pronunciando quella che sostiene essere una citazione. Luca Telese gli chiede di ritirare immediatamente quanto detto e così fa anche Daniela Santanchè, che aggiunge: "Se non lo fa non si può andare avanti, o gli fa chiedere scusa a tutti – intima al conduttore –  oppure saluto tutti e ringrazio ma abbandono lo studio". "Lo faccia", risponde Etro ironicamente, aggiungendo uno "Scusa il ca**o" che fa evidentemente precipitare la situazione in modo definitivo.

"Etro, mi spiace ma questa frase non è accettabile", dice Giletti. "Spero che almeno mi ripaghiate il taxi", ironizza ancora Raimondo Etro, accompagnato fuori dallo studio dagli applausi del pubblico per la decisione di Giletti. Il quale chiude così la questione (qui il video):

A me, storicamente, nella vita televisiva sono capitate due situazioni in cui non potevo fare altro. In un caso con una persona che sorrise sulle leggi razziale fasciste del 1938 che mandarono nei campi di concentramento decine e decine di persone. Ma non si può nemmeno dire una cosa del genere rispetto a uno dei fati più tragici della nostra democrazia. Io speravo che capisse che le battute su certe cose non si possono fare, ma io non avevo altra alternativa che indicargli l'uscita.

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